Per chi è indeciso tra flat e SPD esistono i pedali magnetici per la bici, sia MTB che gravel e anche road. Cioè, tra pedali su cui appoggiare semplicemente i piedi, con i loro pro e contro, e pedali con cui agganciare la scarpa tramite le tacchette, con i loro pro e contro, ci sono dei pedali con una calamita che hanno molti dei pro di Flat e a sgancio rapido e qualche contro in meno. Una soluzione interessante per chi vuole un po’ più di vincolo in fase di spinta rispetto al semplice appoggio ma non ama sentire il piede bloccato al pedale quando è in discesa, o comunque su percorsi off-road tecnici dove la possibilità di cadere è in ogni metro.
Il funzionamento è abbastanza semplice da spiegare: prendi un pedale con una base d’appoggio abbastanza ampia da poterlo usare anche con le scarpe normali, e laddove di solito c’è l’aggancio SPD inventato da Shimano c’è un magnete. Per avere il vantaggio del vincolo in fase di pedalata e spinta bisogna allora inserire una placchetta metallica nelle scarpette, esattamente nello stesso punto in cui si inserirebbe l’aggancio. Tutto molto semplice.
Gli originali pedali magnetici sono quelli di Magped, l’azienda di Aldrans, vicino Innsbruck in Austria, che li ha inventati, ma ne stanno comparendo anche altri modelli ed è giusto valutarne pro e contro.
Pro e contro dei pedali magnetici per la bici
Il primo tra i pro e contro dei pedali magnetici per la bici da valutare è la forza dell’aggancio, da cui dipende la tenuta in fase di spinta e quindi l’eventuale dispersione di energia. Quelli di Magspeed hanno diversi livelli di forza di aggancio, da valutare in base al proprio peso, e la differenza con gli SPD è impercettibile se non nulla. Da qui dipende quella sensazione di pedalata rotonda, sia in fase di spinta che di tirata verso l’alto, che sanno regalare gli SPD.
L’altra questione da considerare è la facilità di sgancio, che è ciò che intimorisce di più degli SPD. Ora, con quelli e sgancio rapido bisogna dare una bella scavigliata verso l’esterno, e se sulle bici da corsa non ci sono quasi mai problemi, sulle MTB che imbarcano fango e polvere qualche problemino a volte ci può essere, soprattutto se tocca sganciare per appoggiare il piede a terra in fase di salita molto tecnica e con poca velocità. Con i pedali magnetici non c’è bisogno di scavigliare, basta staccare verso l’alto / esterno e il gioco è fatto.
Altra questione è l’aggancio, o riaggancio, della scarpetta al pedale. Quando tocca camminare o appoggiare i piedi a terra nel fango, con gli SPD che imbarcano sporco è spesso un problema, perché si riempie di sporco tanto la scarpa quanto il pedale, che ha una pinza che si deve allargare e richiudere. Con i pedali magnetici questo non succede, nel senso che possono anche imbarcare sporco ma non avendo parti meccaniche in movimento queste non si possono bloccare.
Dettaglio da non tralasciare, i Magped hanno la forma di un pedale flat, quindi con una bella superficie di appoggio del piede (e un sacco di pin per aumentare il grip) e nel caso si possono usare anche senza scarpe specifiche, oppure in fase di spinta garantiscono una buona superficie di appoggio.
Unico “neo” se così si può dire è che pesano un po’ di più rispetto agli SPD più minimali, ma questo viene bilanciato col fatto che non necessitano di alcuna manutenzione (non essendoci parti meccaniche).
Detto che il montaggio è sostanzialmente identico, c’è poi da considerare che la placchetta metallica da inserire nella scarpa sporge meno rispetto all’aggancio degli SPD, e quindi le scarpe sono più camminabili.
Quanto costano i Magped? Dipende dal modello, dai 104 euro degli Sport2 ai 189 euro degli Ultra.
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