È uno dei grandi e frequenti motivi di litigio tra ciclisti e automobilisti, oltre che tra ciclisti e forze dell’ordine: i ciclisti e cicloamatori devono procedere per forza in fila indiana o possono anche pedalare affiancati? Il “Nuovo codice della strada”, che poi è il decreto legislativo 30 aprile 1992 n. 285 e successive modificazioni, nell’Art. 182 che riguarda la circolazione dei velocipedi, parla chiaro. Al comma 1 infatti recita che
I ciclisti devono procedere su unica fila in tutti i casi in cui le condizioni della circolazione lo richiedano e, comunque, mai affiancati in numero superiore a due; quando circolano fuori dai centri abitati devono sempre procedere su unica fila, salvo che uno di essi sia minore di anni dieci e proceda sulla destra dell’altro.
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Il codice della strada e le sue interpretazioni
Siamo in attesa che giunga a compimento il disegno di legge che delega il Governo a riformare il Codice della Strada (ancora adesso maggio 2020, è fermo in Commissione Trasporti al Senato dopo l’approvazione alla Camera dell’ottobre 2014) prevedendo anche delle norme di maggior tutela per i ciclisti. Quindi al momento è proprio su un paio di punti del comma 1 dell’articolo 182 che si creano sempre malinterpretazioni e litigi tra ciclisti, automobilisti e polizia: “in tutti i casi in cui le condizioni della circolazione lo richiedano” e “fuori dai centri abitati“. Anche perché di tanto in tanto riemerge dalla cronaca la ormai datata e celeberrima sentenza del giudice di pace di Arma di Taggia Roberto De Cesare che nel lontano 2009 annullò la sanzione di 38,50 euro comminata a due ciclisti che circolavano affiancati sulla Statale Aurelia nel centro abitato tra Riva Ligure e Arma di Taggia. I due ciclisti, di cui uno avvocato, si difesero adducendo la totale assenza di traffico (era la mattina del 30 agosto 2009) e vinsero.
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I ciclisti devono stare sulle piste a loro dedicate (quando ci sono)
Alla decisione del giudice di Arma di Taggia si appellano sempre i ciclisti, anche quando viaggiano affiancati in più di due, spesso ignorando però il comma 9 dello stesso articolo del codice della strada, quello che recita:
i velocipedi devono transitare sulle piste loro riservate quando esistono, salvo il divieto per particolari categorie di essi, con le modalità stabilite nel regolamento
Ovvero che quando ci sono delle piste ciclabili riservate alle biciclette tutti i ciclisti, anche quelli emuli di Giro, Tour e Vuelta, le devono usare, anche a costo di mischiarsi con i bambini con le rotelle.
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La riforma del codice della strada per i ciclisti
Insomma, c’è davvero bisogno che il nuovo codice della strada finisca il suo iter parlamentare trovando nella sua riforma una chiarezza con meno burocratese rispetto alla versione attualmente in vigore; nel frattempo i ciclisti possono sì viaggiare affiancati, ma solo nei centri abitati, mai più di due e se e solo se le condizioni del traffico automobilistico lo consentono.
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