A partire dal 3 giugno 2020, data che corrisponde alla Giornata Mondiale per la Bicicletta, Trenord ha deciso di vietare il trasporto di biciclette sui propri treni. La società con sede a Milano (ma sotto la gestione e la responsabilità di Regione Lombardia), che opera nel settore del trasporto ferroviario passeggeri in Lombardia, ha preso questa decisione dal momento in cui i treni hanno ripreso a viaggiare senza limitazioni a livello di capienza. In un periodo in cui il Governo, le aziende e i comuni si stanno muovendo per prediligere la mobilità sostenibile, Trenord ha scelto di fare un passo indietro che potrebbe recare più di un problema a quei lavoratori che vivono o operano in un punto lontano da una stazione.
Vietato il trasporto di biciclette sui treni di Trenord
La decisione di Trenord è stata svelata in anteprima dal Giorno, il quale ha pubblicato un estratto della circolare interna che ha reso ufficiale il provvedimento. Dal 3 giugno, insomma, c’è il divieto di trasporto di biciclette su tutti i treni di Trenord per ragioni di sicurezza e per garantire il distanziamento interpersonale tra i passeggeri. Le uniche eccezioni riguardano i monopattini elettrici (purché chiusi, spenti e posizionati in modo tale da non limitare il passaggio) e le biciclette pieghevoli. Questi mezzi non dovranno superare le seguenti dimensioni: 80x120x45 centimetri. Dal testo di un’altra circolare interna, pubblicata dal portale ‘BikeItalia’, si nota che fanno eccezione anche i treni dotati di spazi appositamente pensati per il trasporto di biciclette. Il provvedimento è entrato in vigore in concomitanza con l’eliminazione dei limiti di affluenza sui convogli. Dal 3 giugno, infatti, Trenord è tornata a offrire il 100% dei posti a sedere, aumentando anche le corse da 1500 a 1900 al giorno.
Un passo indietro in un periodo di miglioramenti in termini di mobilità sostenibile
Questa decisione si è rivelata abbastanza sorprendente e difficile da comprendere, soprattutto alla luce del fatto che tutti (a partire dal Governo) si stanno accorgendo di quanto sia fondamentale la mobilità sostenibile in questa fase di convivenza con il nuovo Coronavirus. Il Comune di Milano ha confermato che il trasporto delle biciclette sui mezzi pubblici di ATM è libero in qualsiasi fascia oraria, mentre Trenitalia ha fatto decadere ogni limite sul trasporto di biciclette sui suoi treni regionali; il Decreto Rilancio ha introdotto il bonus bici fino a 500 euro e Milano, facendo da apripista per altre città italiane, ha potenziato la propria rete di piste ciclabili con un ambizioso piano mobilità; sempre a Milano, nella giornata di ieri, in Consiglio comunale è stata approvata una mozione di Patrizia Bedori (Movimento 5 Stelle) che ha chiesto alla Giunta di incentivare concretamente il bike to work. In molti stanno compiendo passi avanti per incentivare l’uso della bicicletta, ma Trenord ha scelto di farne uno indietro. Creando, oltretutto, problemi a diverse categorie: dal lavoratore che vive o opera in un luogo lontano dalla stazione al cicloturista che vuole spostarsi in una zona lontana dalla città per fare un giro domenicale.
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Quali potrebbero essere i reali motivi
Al posto di dotare tutti i treni di spazi per il trasporto di biciclette, Trenord ha deciso di vietare categoricamente il trasporto di qualsiasi bicicletta non pieghevole. Uno dei motivi potrebbe essere il seguente: i rider delle piattaforme di consegna cibo che si riversano contemporaneamente nelle stazioni di Cadorna o Garibaldi, creando potenziali situazioni di affollamento. Ma basta questo per adottare un provvedimento del genere, limitando l’uso della bicicletta in un periodo in cui andrebbe solo incentivato? Ricordiamo che Trenord è sotto la gestione di Regione Lombardia. E Regione Lombardia è governata dalla Lega, che non ha la promozione della mobilità sostenibile in cima alla lista delle proprie priorità. Proprio ieri Matteo Salvini, senatore e leader della Lega, ha definito le nuove ciclabili a segnaletica di Milano roba da “ambientalismo radical chic da salotto”.
Il provvedimento di Trenord è stato criticato da Alessandro Giungi, consigliere comunale milanese del PD. Queste le sue dichiarazioni riportate dall’agenzia di stampa ‘Mianews’:
“Non si comprende questo divieto, proprio quando tantissime cittadine e cittadini si stanno rivolgendo a tale tipo di mobilità. È evidente come non sia mai possibile venir meno alle fondamentali norme di distanziamento sui treni regionali, ma nulla osta a pensare a soluzioni che garantiscano il trasporto delle bici e dei passeggeri in sicurezza. Veramente scoraggia e deprime la completa mancanza di duttilità e capacità di adattarsi alle esigenze degli utenti da parte della società di trasporti regionale”.
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