Cosa ho imparato da questo Borgo Egnazia Triathlon? Che alle gare, soprattutto se le distanze sono quelle del medio, ci si iscrive solo se si è allenati, altrimenti è meglio fare da spettatori. Questa è la lezione che lo scorso weekend il garone pugliese ha impartito alla mia autostima, perché mentre nuotavo lungo i 1900 metri nel mare di Cala Masciola pensavo che le bracciate estive in vacanza a Lampedusa non avrebbero potuto essere considerate nella categoria “training” su Strava, ma semplicemente fitness, wellness, o come diavolo volete chiamare quella cosa che i più considerano benessere fisico. E anche durante i 90 chilometri della frazione ciclistica, ancorché in un paesaggio dove ulivi e cactus ti accarezzano e dolcemente (per quanto un cactus possa accarezzarti dolcemente), il ricordo delle pedalate estive sulle Alpi col mio fratellone Piero, soprattutto perché accompagnate da lussuriosi pasti non proprio dietetico sportivi, ha confermato che allenarsi è qualcosa di ben diverso. E infine, nella mezza maratona finale, che non è una passeggiata di salute ma semmai sei costretto a passeggiare per risparmiare la salute, ecco è lì che pensi che la lezione non l’hai ancora imparata. Sì perché, è bene che il lettore lo sappia, non è la prima volta che questa ‘lectio’ viene impartita, ma sono fatto così: come vedo che c’è da ingarellarsi, io non resisto e mi butto nell’agone. In realtà quella che non resiste è la parte di me restata Peter Pan vestito di pantaloncino, canottiera e scarpe del tennis, convinta di aver ancora vent’anni e un sacco di energie da spendere. Intorno a me ce ne sono ottocento che sembrano me, ma non sono me: la più parte sono tutti in forma e hanno una carica elettrica che a toccarli resti fulminato: sorridono, si salutano attraverso mascherine variopinte, si abbracciano idealmente e sono tutti entusiasti di quello che tra poco succederà. Un po’ come il mio Marshall che diventa matto quando gli faccio vedere il guinzaglio per andare a passeggio: anche tutti questi triatleti diventano matti quando hanno in mano (di nuovo, aggiungerei) un pettorale.
La pandemia li ha tenuti lontani dal “pronti via” ma come la brace che arde sotto la cenere, basta un refolo di aria e la legna giusta e il fuoco riprende come prima. E di fiamme a Borgo Egnazia in terra di Apulia ce ne sono state, perché un triathlon sulla media distanza non è facile da organizzare in tempi di normalità (chiedetelo a Max e Andrea di TriO…), figuriamoci quando per il mondo viene travolto da un maledetto virus. Poi, a dir la verità, ci sono anche tasselli del puzzle che si incrociano come per magia soprattutto se penso a un weekend di sole finito nel mezzo di una settimana di pioggia e vento.
Qui in Puglia si assegnava anche il tricolore halfdistance che se l’è portato l’atleta italiano più quotato nelle prove di lunga distanza, Giulio Molinari da Novara, un bravo ragazzo che tagliato il traguardo non è riuscito a trattenere un pianto liberatorio che solo chi lo conosce ne percepisce i contorni. A salire sul gradino più alto del podio femminile Marta Bernardi, che nelle frazioni di ciclismo e corsa ha fatto il vuoto sulle avversarie.
Io quei due neanche li ho visti, o quasi. Quando esco dalla prima zona cambio e mi metto a pedalare, mi viene incontro sull’altra corsia della strada una staffetta della Polizia che scorta Molinari verso l’arrivo della seconda frazione; quando esco per la seconda volta dalla zona cambio per iniziare a correre, dall’altra parte della strada c’è ancora Molinari che è fermo: ha già fatto la doccia, ha già mangiato, ha già riempito i social di foto e starà pensando, guardandomi, che quello lì ne avrà ancora per un paio di ore. Esatto, anzi ben più di due ore. Ma chi se ne frega: a destra c’è il mare che si sta quietando, in alto il cielo che respinge qualche nuvola all’orizzonte, e l’aria calda (l’ultima dell’estate) che asciuga la pelle e la gola, ma non prosciuga il piacere di esserci.
Ed ora che il weekend pugliese è passato agli annali e tutto è finito, ora che ci resta quel piacevole indolenzimento generale che cureremo nei prossimi giorni con decine di messaggi su Whatsapp, ora che si guarda al calendario trovando una nuova occasione dove ingarellarci, si torna a fare i conti con mascherine e distanziamento sociale, ricordando al mondo intero che convivere con il male oscuro del Covid si può, come il Borgo Egnazia Triathlon ha dimostrato in un assolato fine settimana di ottobre.
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