Mettete caso una bruciatura, una distorsione o una puntura di insetto: cose che capitano spesso quando si va all’avventura, ma avete presente cosa succede nel vostro corpo e come reagisce al dolore per salvarvi la vita (o almeno allontanarvi dal pericolo)?
Ecco come funziona il dolore, partendo da un presupposto: il nostro sistema nervoso è progettato per rispondere nel minor tempo possibile e tutto funziona nel tempo massimo di 0.01 secondi (se non di meno in certi casi).
Il dolore, come funziona e a cosa serve
Mettiamo il caso più semplice: toccate con la mano un oggetto rovente. In quel preciso istante l’equilibrio di sodio, potassio e calcio che c’è nelle cellule nervose di quel punto della mano si altera, con il sodio che comincia ad attraversare le membrane cellulari provocando una leggera scossa elettrica.
A seconda del tipo di dolore il segnale elettrico sceglie una specifica fibra nervosa e dal palmo della mano risale attraverso il midollo spinale. Non solo: ma a seconda del punto del corpo in cui proviamo dolore, il segnale si innesta nel midollo spinale ad altezze diverse della colonna vertebrale.
A questo punto l’impulso elettrico raggiunge la zona del cervello deputata a quel tipo di segnale, il talamo, il quale lo elabora e lo invia alla corteccia cerebrale affinché il corpo abbia la giusta reazione.
Cosa succede ora? Che il nostro corpo mette in atto una serie di comportamenti riflessi che hanno lo scopo di metterci fuori pericolo. Nel caso della mano che tocca un oggetto incandescente la prima reazione sarà quella di allontanare l’arto dalla fonte di calore, ed evitare danni maggiori; probabilmente poi ci mettiamo a urlare, il che non serve a dire oscenità ma ad avvisare altri del potenziale pericolo, una forma questa di riflesso evolutivo; infine potremmo anche svenire, un meccanismo di messa in stand-by del dolore per salvaguardare le nostre funzioni di base.
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