Se le crisi scuotono il mercato, compreso quello dei centri fitness nel 2021, nel mondo delle palestre chi supererà questa avrà dimostrato di avere e proporre anche “sostanza” e non soltanto “forma”. Perché il problema negli anni in qua era proprio questo: in ogni parte del mondo, milioni di utenti in palestra ci erano già passati e parecchi si stavano stancando. Mancava la sostanza.
Mi metto dalla parte del cliente: come faccio a entusiasmarmi per aver affittato a caro prezzo uno spazio “assembrato” per allenarmi (le palestre sono e saranno piene sempre dalle 18.30 alle 20), una macchina non igienizzata e surriscaldata dall’iper utilizzo giornaliero e un non istruttore a non darmi una mano ogni volta che sono in difficoltà? Mi metto dalla parte delle palestre: se il target di utente che m’interessa è quello auto-sufficiente, super-allenato, super-alfabetizzato che non ha voglia di perdere tempo in nulla che non sia l’allenarsi, l’utopico nuovo territorio di caccia del “fatturato” dove sarà?
Se questa segmentazione restringe inevitabilmente gli spazi di mercato cui attingere, se per attrezzare una palestra non bastano più quaranta milioni e due istruttori come negli anni ottanta ma occorrono quattrocentomila euro, se il trainer va a cinque euro/ora e gli si chiede pure di lasciare una parte di patrimonio in azienda, non sorprendiamoci se i clienti arrivano in palestra con la loro “training-app” su mobile sfilando davanti alla reception con dentro le orecchie tools estranianti. Chiariamo una cosa: in tutta questa premessa, nel decidere se iscriversi o meno ai centri fitness nel 2021, il fattore pandemia non c’entra proprio un bel niente.
L’analisi da fare, da parte del cliente che vorrà tornare a frequentare un club o cominciare a farlo l’anno prossimo, è ai limiti del paradosso. Infatti è un’osservazione che il Covid non dovrebbe tenerlo in considerazione. Per molte realtà sportive, l’applicazione di normative e di una miriade di protocolli è come riverginizzarsi dopo averne fatte di cotte e di crude. Quindi la risposta al quesito iniziale è: sì, bisogna assolutamente iscriversi e in tutta sicurezza nei club sportivi che le cose le facevano bene prima. Ora le faranno ancora meglio ma per DNA aziendale, non a causa pandemia.
Un ultimo dettaglio non trascurabile: nell’inquadrare una persona a cui teniamo molto, di solito valutiamo le sue sfumature comportamentistiche, i suoi passaggi emotivi nei nostri riguardi. Piccole cose ma d’importanza assoluta, perché è lì che ci si gioca la fiducia. Allo stesso modo, osserviamo quanto e soprattutto come i club ci siano stati vicini nel 2020 in termini di comunicazione, correttezza economica, fornitura di servizi gratuiti remotizzati e quant’altro sia stato “rassicurante” in una situazione complessa come quella attuale. Un disastro comprensibilmente anche emotivo che però le palestre da un lato e i clienti dall’altro, risolveranno lavorando duro. Assieme.
Credits photo: – it.depositphotos.com
©RIPRODUZIONE RISERVATA