Fitness Industry A-Z: Maestri

Fitness Industry A-Z: Maestri

In una costellazione fitnessista pullulante di content-creators che raccontano la stessa storia senza uno straccio di verità, ci si è dimenticati, anche da parte di tante palestre, che la figura di riferimento è fisica. Non è un avatar. Era, è, e sarà sempre l’Istruttore, Trainer, Wellness Coach o PT che sia.

Fitness Industry A-Z: Maestri

Le definizioni mansionali vedono ormai ovunque l’uso della parola “Manager”, alla stregua del prezzemolo che va su tutto. Ma la più nobile, antica, responsabilizzante in senso ampio, è quella di “Maestro”. Anche per l’istruttore 4.0, quello bravo davvero che nelle palestre, soprattutto extra-metropolitane (o metropolitane di prossimità), ancora, fa la differenza. Una premessa è tuttavia necessaria.

Istruttore, Trainer, Wellness Coach, PT: Maestro

Le storiche scuole di “Arti&Mestieri” note alle passate generazioni, afferivano a professioni peculiari nella loro espressione di artigianalità, appunto, come il Falegname, il Calzolaio, il Fabbro, il Giardiniere, attività che meritano d’essere trattate con le “maiuscole” più di tanti manager piccoli piccoli.

Fitness Industry A-Z: Maestri

Restando nell’alveo palestraro, è capitato in qualche circostanza da parte di mamme e di papà di allievi seguiti con attenzione scrupolosa dal sottoscritto, d’essere chiamato “Maestro”. Ovviamente in senso sportivo. Non vi è attribuzione più gratificante di quando, in qualità di Istruttore, Trainer, Wellness Coach, PT, per tornare al discorso di cui prima, si fa al meglio il proprio lavoro.

Le caratteristiche del “mestiere”

Dato per scontato e legittimato un mondo fitness che avanza, e non sempre in meglio, con modalità fisiche, digitali e phygital di erogazione del servizio, il trainer che ha “mestiere” dovrebbe avere almeno queste qualità:

Fitness Industry A-Z: Maestri

  1. capacità di redigere un quantitativo di protocolli wellness d’eccellente fattura nel minor tempo possibile;
  2. capacità di segmentare tipologie di schede su tutti i livelli d’intensità (soft-medium-strong e poi sotto-segmentando);
  3. capacità di omogeneizzare sequenze di esercizi su scheda semplice o complessa, diluendo anche le intensità e curvando, ove occorra, verso la durata (con intensità minore);
  4. capacità d’intercettare il bisogno latente del cliente più isolato e abbandonato in palestra mentre svolge le attività di fitness, cliente difficile da motivare;
  5. capacità di mediare con le aree commerciali del proprio centro fitness, traducendo il bisogno economico del cliente in bisogno tecnico personale e personalizzato;
  6. capacità di rispondere a domande tecniche rispettandone tassativamente la veridicità, attendendo ore o giorni, se necessario, per un reply dettagliato e comprovato;
  7. capacità di curare la propria immagine in presenza e a distanza, sia nell’operatività sul campo che nelle video-attività;
  8. capacità di auto correggersi al volo su un feed-back in stesura di protocollo, modificando senza timori, sul campo, una lezione personalizzata in corso d’opera;
  9. capacità di guardare avanti, all’esterno, aggiornarsi, leggere, scrivere e sbagliare provando su se stesso tempi, modi esecuzioni di nuovi e vecchi esercizi che non tutti sanno eseguire;
  10. capacità di sostegno pubblico (e confronto privato) delle tesi dei colleghi-palestra, evitando conflitti che possano deflagrare all’interno del Training-Team;
  11. capacità di leggere “energeticamente” l’allievo-cliente, valutando se nel corso di quella lezione è o no in grado di eseguire quel protocollo, non per forza tassativo;
  12. capacità di tagliare “su misura” il piano d’allenamento agevolandone le fruibilità. Inutile programmare cinque sedute settimanali se dopo due il programma è irrealizzabile;
  13. capacità di contrastare e dirottare l’allievo-cliente su attività più congeniali, non preoccupandosi se l’allievo sarà fatto convergere, ad esempio, sulle discipline in acqua;
  14. capacità di lavorare contemporaneamente su dettaglio e su insieme, evitando, come esempio, serie infinite di addominali se è presente uno squilibrio scheletrico;
  15. capacità di osservare “tridimensionalmente” le dinamiche di movimento dell’allievo muovendosi attorno a lui, staccando il device una volta per tutte;
  16. capacità di promuovere il proprio Club nell’extra-lavoro, sia sul “bacino terrestre” che sulle piattaforme social, “bacino digitale”;
  17. capacità di essere operativo in 24 ore nel passaggio da una palestra all’altra con la stessa professionalità ed etica che lo hanno contraddistinto nell’ultimo rapporto;
  18. capacità di tenere in perfetto ordine i propri spazi di attività in ogni momento, sia per esigenze di ottimizzazione spazi che di sicurezza utenti;
  19. capacità di gestire una situazione affettiva trainer-allieva/o, benché deontologicamente inopportuna, umanamente verificabile nel corso delle proprie attività professionali;
  20. capacità di anteporre sempre, comunque e dovunque, la sicurezza della persona allenata a scapito del mero risultato estetico.

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Photo by Crosby HinzeJonathan BorbaAnnie Spratt

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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