Plank laterali: muscoli che allena, benefici ed errori da evitare

PLANK LATERALI: COME SI FANNO

I Plank laterali, o ponte laterale o side plank, sono una variante del più classico degli esercizi in isometria per il core, o parete addominale. Trattandosi di un esercizio senza movimento delle articolazioni, è particolarmente indicato per la stimolazione superficiale-profonda di tutta la muscolatura addominale e dorsale. Come molti altri esercizi isometrici è stato recentemente riscoperto in tutte le forme di allenamento funzionale, nelle routine di riscaldamento di molti sport e ovviamente anche nei training di chi vuole tonificare l’addome e/o definire e snellire i fianchi. Va detto, chiaramente, che il plank laterale, come qualunque altro esercizio per gli addominali, non serve da solo per eliminare la pancia, che è invece causata dal grasso addominale. Ma una volta che è stato eliminato il grasso addominale con la giusta alimentazione e un conseguente esercizio fisico continuativo e metabolico, il plank laterale può rientrare pienamente tra gli esercizi che definiscono gli addominali e rendono sottile il punto vita.

Plank laterali: i muscoli coinvolti

Rispetto ad altri esercizi classici per gli addominali che prevedono una fase concentrica e una eccentrica di contrazione della muscolatura, nei plank laterali sono attivati più muscoli della parete addominale. In particolare i muscoli coinvolti nei plank laterali sono:

  • retto addominale;
  • obliqui dell’addome;
  • trasverso dell’addome;
  • quadrato dei lombi;
  • glutei;
  • dorsali;
  • deltoidi;
  • retto femorale.

Side Plank: i benefici

I benefici dei Side plank riguardano tutta la muscolatura del core, cioè l’insieme di muscoli addominali e dorsali, superficiali e profondi, che svolgono 3 fondamentali funzioni:

  • Stabilizzano la postura
  • Collegano le catene cinetiche tra gli arti inferiori e quelli superiori
  • Neutralizzano le forze esterne

Ponte laterale: gli errori più comuni da evitare

Il ponte laterale è un esercizio solo apparentemente semplice da eseguire. In realtà nella sua semplicità nasconde alcune errori molto comuni che è facile commettere e che sarebbero da evitare per non vanificare lo sforzo e/o provocare conseguenze a livello muscolo-scheletrico o tendineo. In particolare bisogna prestare attenzione a:

  • Non ruotare il busto durante il tempo di esecuzione dell’esercizio
  • Non mantenere una linea retta tra spalle, anche, ginocchia e caviglie
  • Oscillare con il bacino durante il tempo di esecuzione dell’esercizio

Plank Laterali: come si fanno

Vediamo allora come si fanno correttamente i plank laterali. Il modo migliore per eseguire i plank laterali senza errori è quello di partire posizionandosi a terra su un fianco, prestando attenzione a che caviglie, ginocchia, bacino e spalle siano posizionati lungo una stessa, immaginaria, linea retta. A questo punto si appoggia il gomito del fianco a terra sotto la spalla, di modo che la linea che passa per la spalla e il gomito sia esattamente perpendicolare a terra: il gomito non deve essere né più in alto né più basso, tantomeno né più avanti o più indietro della spalla ma esattamente sotto la spalla. L’avambraccio (o articolazione radio-ulnare) si posiziona invece ad angolo retto rispetto al corpo, cioè esattamente dritta davanti a sé. A questo punto, mantenendo in linea caviglie, ginocchia, bacino e spalle, si sollevano le anche da terra facendo forza con i muscoli della parete addominale e contraendo i glutei, senza strappi né oscillazioni, e si mantiene la posizione senza abbassare o alzare il bacino rispetto alla linea retta che parte dalla testa, passa lungo la colonna dorsale e arriva ai piedi. Se si ha difficoltà a mantenere l’equilibrio si può posizionare il piede opposto a al lato del gomito a terra (in pratica il piede in alto) davanti all’altro piede.

Versioni più facili del plank laterale

Oltre a spostare in avanti il piede superiore per mantenere meglio la posizione si possono provare alcune versioni più facili del plank laterale, al fine di capire le capacità motorie richieste e prendere padronanza dell’esercizio.

Il plank laterale con il rialzo prevede di appoggiare il gomito sopra uno step, o comunque un rialzo tra i 10 e i 20 cm: in questo modo si “scaricano” le forze sulla muscolatura del tronco e l’esercizio risulta meno “duro” (e anche meno efficace). In alternativa si può fare il plank laterale in appoggio, ovvero mantenendo a terra le ginocchia: anche in questo caso accorciando la leva l’esercizio risulta meno faticoso.

Versioni più difficili del plank laterale

Se accorciare la leva (con il rialzo o appoggiando le ginocchia a terra) facilita l’esecuzione del ponte laterale, allungarla è il primo passo verso le versioni più difficili del plank laterale. Per una versione più impegnativa dell’esercizio si può allora appoggiare a terra la mano anziché il gomito, sempre mantenendo il braccio esattamente perpendicolare a terra sotto la spalla. Oltre ad allungare la leva si può anche destabilizzare l’appoggio, per esempio appoggiando il gomito o la mano su un bosu o una tavoletta propriocettiva: le inevitabili oscillazioni generate dall’appoggio instabile stimolano a un livello più profondo la muscolatura del core e anche tutte le catene muscolari correlate, dai glutei alle gambe ma anche pettorali, dorsali e muscoli delle braccia. Per aumentare ulteriormente l’instabilità a questo punto si può anche sollevare l’altro braccio verso l’alto, distendendolo perpendicolare verso il soffitto.

Versioni dinamiche del plank laterale

Destabilizzare l’appoggio porta naturalmente alle versioni dinamiche del plank laterale, che non lavorano più sul concetto di sforzo isometrico ma prevedono fasi di contrazione e rilascio della muscolatura interessata. Una prima versione dinamica è quella in cui il bacino si alza e si abbassa da terra, con l’accortezza di mantenere però sempre in linea retta il corpo, senza “spanciare” spostando il bacino avanti o indietro. Altra esecuzione in movimento del ponte laterale è quella che prevede di toccare terra o infilare sotto il tronco il braccio non appoggiato a terra, quindi con una leggera rotazione in avanti del busto, e poi tornare alla posizione di base o anche fino a distendere il braccio verso l’alto.

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Credits photo: Photo by Elly Fairytale from Pexels

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