La tendinite achillea è una patologia che colpisce il tendine d’Achille. Il tendine d’achille è a stretto contatto anatomico con il muscolo tricipite surale e si inserisce sul calcagno. E’ inoltre il tendine più forte e esistente del nostro corpo e pertanto riesce a sopportare carichi di lavoro importante. Questo tendine viene molto sollecitato nelle attività come la corsa e molto spesso va incontro ad infiammazione.
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Quali sono le cause della tendinite achillea del corridore?
Le cause di tendinopatia achillea sono perlopiù da sovraccarico o di tipo meccanico. Un movimento ripetuto porta il tendine ad infiammarsi soprattutto se la muscolatura non risulti essere trofica ed elastica. Le problematiche di tipo meccanico sono da riferirsi all’appoggio podalico.
In presenza di un piede cavo, piatto o pronato il tendine di achille non sarà più perpendicolare ma sarà orientato in direzione errata durante la corsa e quindi andrà incontro a sollecitazioni anomale e quindi ad una sicura infiammazione.
I traumi diretti che infiammano il tendine sono invece piuttosto rari e per questo ci soffermeremo nella diagnosi e nel trattamento delle sindromi infiammatorie di tipo meccanico o da sovraccarico.
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Come si diagnostica una tendinopatia achillea?
La diagnosi è di tipo medico ed è di tipo clinico e strumentale. La valutazione clinica prevede dei test palpatori e digitopressione della regione achillea, dei muscoli tricipite surale e dell’inserzione tendinea. Per escludere una lesione del tendine di achille viene eseguito il test di thompson.
Verrà valutata quindi l’elasticità muscolo tendinea, la forza muscolare e il dolore locale. Inoltre verranno annotati ispessimenti tendinei, rossore o gonfiore locale. Le indagini utili risultano essere l’ecografia, la radiografia e la risonanza magnetica.
Spesso quando non vi è una cura adeguata il tendine infiammato tende a cronicizzare e pertanto si formano calcificazioni inserzionali. Sono visibili tramite le indagini sopra citate e tali calcificazioni limitaziono il movimento di flesso-esgtensione della tibio-tarsica.
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Come si cura la tendinite achillea?
I tempi di guarigione dipendono dall’età del soggetto, dalla precocità della diagnosi e della cura. La guarigione del tendine ha tempi molto diversi e varia da un mese fino ad un anno. La cura di questa patologia prevede riposo, ghiaccio, antinfiammatori nella fase acuta.
Molto utile risultano essere nella cura dell’infiammazione le terapie strumentali come la laserterapia yag antalgica ad alta potenza e la tecarterapia. Tali strumenti sono elettromedicali d’avanguardia e servono per lenire il dolore, ridurre l’infiammazione e migliorare le contratture antalgiche.
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Terapia ad onde d’urto
Discorso a parte va fatto per la terapia ad onde d’urto. Le onde d’urto risultano essere la terapia di elezione in caso di patologie tendinee. Questo strumento utilizzato sin dagli anni 90 per il trattamento della calcolosi renali oggi viene utilizzato per il trattamento delle patologie tendinee, fratture non consolidate, fibrosi muscolari, necrosi ossea. Grazie a questa apparecchiatura i tempi di recupero si riducono notevolmente. Vengono indotte effetti antalgico-sedativi, antinfiammatori, decontratturanti e soprattutto di neoangiogenesi. La neoangiogenesi è il fenomeno più importante indotto dalle onde d’urto. Consiste nella formazione di nuovi vasi sanguigni ed è l’unico strumento in grado di dare tale effetto a tessuti del nostro corpo.
L’importanza dello stretching
Importanti nella fase di riabilitazione risultano essere esercizi di stretching, esercizi eccentrici dei muscoli della pianta del piede e del tricipite surale. Nel caso in cui vi sia un deficit di appoggio podalico possono essere confezionati dei plantari su misura che consentono un migliore appoggio del piede al suolo, migliorano la coordinazione e scaricano il tendine d’achille da tensioni eccessive.
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Articolo a cura del Dott. Michele Franzese, Ryakos Center
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