Ogni quante bracciate respirare è una delle più frequenti domande che si pone chi pratica il nuoto a stile libero. La risposta per molti è 3, alternando quindi una respirazione sul lato destro a uno sul lato sinistro. Ma questa risposta, frequentissima, ha poco a che fare con la necessità della respirazione e ha più a che fare con uno sviluppo equilibrato e armonico del nuotatore. Che però si può ottenere anche in modi diversi. Proviamo ad andare per ordine.
Nuoto stile libero: quando respirare?
La risposta alla domanda su quando respirare nel nuoto stile libero è una e una sola: quando serve. A cosa serve infatti respirare (in generale) o lo “scambio respiratorio” (come viene chiamato nel nuoto)? A fornire ossigeno all’organismo, nello specifico durante la nuotata. Però bisogna tener conto che il bisogno di ossigeno dell’organismo è assolutamente individuale e variabile: individuale perché dipende dalle caratteristiche personali (per esempio le persone sovrappeso respirano più frequentemente perché hanno un maggior bisogno di ossigeno) e dal ritmo, dalla frequenza e dalle distanze che si stanno nuotando. Cioè dal ritmo e dall’intensità dell’allenamento.
Se per esempio si sta nuotando con una certa intensità, oppure si ha una tecnica di nuotata ancora approssimativa, si sentirà l’esigenza di respirare frequentemente, cioè a due bracciate. Se invece si nuota a ritmo blando, come nella fase di riscaldamento di un allenamento, si avrà meno bisogno di ossigeno e quindi si sentirà meno frequentemente l’esigenza di respirare e si finirà per farlo ogni 4, 5, 6 o più bracciate. Nell’un caso e nell’altro imporsi di respirare ogni 3 bracciate è scorretto e può avere effetti controproducenti.
> Leggi anche: Palette per il nuoto: a cosa servono davvero
> Iscriviti alla nostra newsletter compilando il form qui sotto!
Spoiler: ne mandiamo poche, ma buone!
Nuoto stile libero: perchè respirare ogni 3 bracciate?
Già, da dove nasce questa “regola” del respirare ogni 3 bracciate quando si nuota a stile libero? Nasce dal desiderio di mantenere equilibrata la postura del corpo e il suo sviluppo muscolare, pensando che se si respira una volta a destra e una a sinistra questo avverrà automaticamente. Ma si può ottenere lo stesso risultato anche alternando una o più vasche a destra e altrettante a sinistra, per esempio (o periodi più prolungati, per esempio un allenamento a destra e uno a sinistra, etc). Quindi una esigenza tutto sommato legittima (equilibrio dello sviluppo fisico e capacità di scambio respiratorio su entrambi i lati) si è purtroppo trasformata nel tempo in una imposizione nociva e controproducente.
> Leggi anche: Come dimagrire con il nuoto
Ogni quante bracciate respirare nel nuoto a stile libero
Quindi, ogni quante bracciate respirare nel nuoto a stile libero? Come detto, ogni volta che se ne sente il bisogno. Fissarsi con la regola delle 3 bracciate per ogni presa d’aria potrebbe infatti avere conseguenze negative: se si ha bisogno di respirare ogni due potrebbe portare a un eccesso di anidride carbonica (prodotta dall’organismo a seguito dei processi metabolici tra cui quello del funzionamento dei muscoli) potendo provocare, a lungo andare, mal di testa o, a breve termine, mancanza di forze; dall’altro lato anche l’eccesso di ossigeno (per esempio respirando forzatamente a 3 quando si nuota a ritmo blando e si potrebbe respirare a 5 o più) può avere conseguenze spiacevoli come iperventilazione o giramento di testa.
Quindi nel nuoto a stile libero è bene, utile e meglio respirare quando se ne sente l’esigenza, il che dipenderà da numerosi fattori tra cui appunto il grado di allenamento, l’intensità a cui si nuota, la condizione fisica e altri aspetti del tutto personali. Che poi è quello che fanno anche i grandi nuotatori professionisti: basta guardare una gara per rendersene conto con i propri occhi.
> Leggi anche: Dolori al collo e alle spalle nel nuoto: cause e rimedi
©RIPRODUZIONE RISERVATA