Feather Lite Storm Blocker Jacket di The North Face: la giaccia guscio più leggera mai prodotta da The North Face, se non la più leggera al mondo: ve l’avevamo detto al momento della sua presentazione e ora finalmente abbiamo avuto modo di metterla alla prova.
Lo ammettiamo: ci siamo avvicinati al test della Feather Lite Storm Blocker Jacket di The North Face con una certa deferenza ed altrettanta curiosità. Non c’è sito specializzato nell’ultrarunning in tutto il mondo che non affermi che questa è la migliore giacca per la corsa in circolazione. E al runner seriale, dalla primavera all’autunno, capita spesso di correre con il maltempo.
Outside America la definisce come la “migliore combinazione di antivento e traspirabilità” sul mercato. Running Magazine canadese va perfino oltre.
Noi, date tutte le sue caratteristiche, ci siamo inventati di provarla non solo per correre – ragione per cui è nata – ma anche per fare altro, tipo andarci in bici. È vero: solo chi corre molto spesso, anche in condizioni difficili, ha voglia di spendere 180 euro per questa Storm Blocker, e chi preferisce andare in bici o in barca ha ben altri capi più specifici da indossare, ma tant’è, fatto l’acquisto, si massimizza la spesa.
Questa giacca – di cui ci piace perfino il colore – stupisce prima di tutto per la leggerezza e per la praticità: se viene appallottolata porta via lo spazio di una mela e il peso del tessuto è di soli 54 grammi al mq (a cui aggiungere la zip).
Il fitting è perfetto per non ‘sbandierare’, ovviamente correndo ma anche in bici ad una discreta velocità, e la vestibilità (è disponibile con taglio sia da uomo che da donna) la rende funzionale per muoversi agevolmente. Chi corre apprezza inoltre il fatto che questa giacca non solo lascia la pelle asciutta (a patto di indossare anche un capo altrettanto traspirante sotto), ma anche che è stata disegnata con linee essenziali. E non è un caso che non abbia nemmeno una tasca, inutile per gli ultratrailer che portano lo zaino specifico.
L’abbiamo provata anche durante un trasferimento su un battello sul lago di Como con vento forte e non ci ha deluso. Non tiene caldissimo in sé, ma, con un baselayer adeguato, basta per tre stagioni e più, fino alle temperature davvero invernali. E risolve l’annoso problema che ci si pone quando è nuvoloso: “Oggi mi porto dietro la giacca o la lascio a casa?”
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