La lista di persone di successo che dichiarano di fare abitualmente running è fitta come un volume delle pagine gialle (soprattutto nei paesi anglosassoni, dove si sono inventati anche le CEO Challenges, veri triathlon per amministratori delegati): ora non sta a noi stabilire se avere successo nel business significa automaticamente essere intelligenti, però la coincidenza ha messo la pulce nell’orecchio agli studiosi dei processi cognitivi che hanno voluto capire se l’attività cardio è in grado di migliorare il modo in cui elaboriamo le informazioni e prendiamo decisioni. Insomma, se davvero correre rende più intelligenti.
Correre migliora del 68% la capacità di prendere decisioni corrette
Uno dei primi studi venne condotto nel 1986 alla Purdue University: in un gruppo di 30 donne sottoposto all’incremento di 1/4 della loro attività cardio gli scienziati notarono un miglioramento (dal 12% fino al 68%) della loro capacità di elaborare le informazioni e prendere decisioni corrette. Per la prima volta si cominciò a pensare che l’allenamento cardio potesse migliorare le funzioni cognitive.
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Il running aumenta i livelli di attività cerebrale
5 anni dopo Wojtek Chodzko-Zajko della Kent University cominciò a elaborare la teoria delle funzioni esecutive, partendo dall’ipotesi che più erano complessi i processi mentali da elaborare e più alti potevano essere i benefici dell’allenamento aerobico. La dimostrazione scientifica arrivò nel 2003 quando Charles Hillman dell’University of Illinois mise alla prova la capacità di una serie di studenti di entrambi i sessi di elaborare una serie di informazioni sia prima che dopo un allenamento cardio di 30’ sul treadmill: attraverso l’elettroencefalogramma vide come il running aumentava i livelli di attività cerebrale nelle aree deputate all’attenzione e alla memoria. Ovvero, in termini cognitivi, correre aiutava a prendere in minor tempo decisioni più ponderate.
L’anno successivo Hillman ripeté l’esperimento coinvolgendo anche persone anziane, che ovviamente di base hanno capacità di memoria e di attenzione inferiori rispetto agli studenti ventenni del primo esperimento: ma comparati ai coetanei sedentari, anche i 70enni che praticavano attività cardio dimostravano un miglioramento delle capacità di elaborare le informazioni e di prendere decisioni in tempi brevi.
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Le attività cardio migliorano la capacità di gestire il tempo a disposizione
A questo punto un gruppo di ricercatori della Leeds Metropolitan University in Inghilterra hanno voluto vedere se davvero praticare regolarmente un’attività cardio si traduceva in un miglioramento delle performance professionali: hanno preso 210 persone professionalmente attive e hanno chiesto loro di compilare un questionario circa la loro capacità di portare a termine i compiti assegnati sul luogo di lavoro. Il questionario è stato sottoposto sia nei giorni in cui era prevista la corsa mattutina, sia in quelli senza attività fisica: nei giorni in cui i lavoratori avevano praticato attività cardio c’era stato un incremento percepito del 15% nella loro produttività. Insomma, sudare aiuterebbe a gestire meglio il tempo e a raggiungere i risultati aspettati.
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Correre aiuta a focalizzare meglio l’attenzione
In effetti basta chiederlo a qualunque runner: correre aiuta a focalizzare meglio l’attenzione e le energie. Semplice autosuggestione? No: è fisiologicamente provato che praticare attività cardio come la corsa aumenta i livelli ematici di dopamina, un neurotrasmettitore che aumenta l’attività cerebrale, migliora la capacità di concentrazione e diminuisce i livelli di stress (è il famoso runner high, lo stato di euforia post-corsa ben conosciuto da qualunque runner).
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Il running riduce lo stress
Ora, ciò non significa che uscendo a correre questa sera, domattina inventeremo Google e diventermo tutti multimiliardari. Però se vogliamo lavorare meglio, essere meno stressati, gestire in modo più efficace il nostro tempo e vedere le cose in modo più chiaro, allacciare le scarpe da running e andare a fare una corsa è senza dubbio la strada giusta da percorrere.
Credits: Nike
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Spoiler: ne mandiamo poche, ma buone!
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