Ebbene sì, anche Macron – l’azienda 100% italiana di abbigliamento tecnico sportivo – ora ha una sua linea di abbigliamento per il running: l’hanno presentata ieri con una sfilata nella sede di Crespellano (BO) e sarà disponibile a partire dal prossimo autunno.
Noi c’eravamo e abbiamo avuto modo di vedere in anteprima, toccare con mano e soppesare il campionario. C’è tutto, dalle canottiere e le t-shirt alle giacche, ai pantaloncini, ai mezzi tight e ai tight interi, con alcune interessanti soluzioni studiate con una tester che del correre ha fatto una ragione di vita: la linea è stata infatti disegnata con la consulenza di Franca Fiacconi, 15 maratone vinte in carriera – comprese Roma, Torino e New York, dove ha fatto anche due argenti – preparatrice di runner, insegnante di educazione fisica e soprattutto, tuttora, grande appassionata di corsa. E guarda caso i capi si distinguono nettamente tra quelli maschili e quelli femminili, per assecondare la fisionomia e le esigenze di entrambi i sessi.
Come sono i capi d’abbigliamento della linea running di Macron? Intanto tecnici, ma senza ostentarlo: il tessuto è l’MDrySystem leggero, stretch il giusto e ovviamente traspirante usato con tagli che sembrano comodi, facili da indossare e senza alcune forzature ipertecnologiche che si trovano in altri marchi.
Poi è stato fatto un pensiero molto approfondito alla praticità ed ergonomicità d’uso: in tutti i capi ci sono un sacco di tasche, il che non è banale. Servono per metterci le chiavi di casa, lo smartphone, i fazzoletti, i gel e le barrette energetiche e tutto quello che può essere necessario portarsi appresso durante una corsa, che sia la sgambata di pausa pranzo piuttosto che la maratona di New York.
Le soluzioni sono anche flessibili: nelle giacche e nelle t-shirt ci sono tasche e taschini laterali, anteriori e posteriori, idem per shorts e tight, così ciascuno può decidere dove riporre le proprie cose come meglio crede o si trova. Piccolo dettaglio: in giacche e t-shirt ci sono anche due forellini per far passare il cavetto delle cuffie: uno sul petto, uno sulle scapole. Perché c’è chi il player lo tiene in vita, e chi lo infila nel taschino posteriore della giacca e dei pantaloni. Altra cosa che abbiamo notato: le giacche e le t-shirt hanno una leggera svasatura posteriore, per coprire al meglio la parte che si sovrappone alla calzamaglia contro gli spifferi freddi dell’inverno, e in generale le maniche ci sono sembrate abbastanza lunghe da coprire anche parte del carpo della mano, anche con il foro per il pollice tipico dei capi invernali.
Ci sono anche alcune curiose soluzioni per la sicurezza: su maniche e gambe dei pantaloni ci sono degli occhielli a cui agganciare delle lucine led, per illuminare la strada e migliorare la sicurezza al buio (non a caso, secondo una indagine di Macron, il 70% dei runner esce a correre al mattino presto o la sera dopo il lavoro).
Altro dettaglio che ci è balzato all’occhio: le cerniere sono per lo più a contrasto, con tiretti abbastanza grandi e spessi per essere maneggiati velocemente anche in corsa, la catena in nylon ben strutturata e quasi sempre una fettuccina di tessuto a fine corsa per evitare di pizzicare la pelle.
Last but not least, i colori: la paletta dei colori è elegante senza essere anonima, tecnica senza essere futuristica, colorata senza scadere nell’arlecchinata: insomma, linee made in Italy con il vezzo di inserire quel maculato che – usato per la prima volta per la maglia da gioco del Calcio Napoli – ha portato già tanta fortuna all’azienda bolognese.
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