Pau Capell, vincitore dell’edizione 2019 dell’Ultra Trail du Mont Blanc e atleta del team The North Face, ha corso per 250 km in 5 giorni nell’Artico per sensibilizzare sugli effetti del climate change. “Run the Arctic” è stato il progetto più ambizioso della carriera dell’atleta basco, fortemente voluto per sensibilizzare sugli effetti devastanti che il cambiamento climatico sta avendo sul nostro pianeta.
Nonostante le temperature glaciali, i venti fortissimi e i percorsi ricoperti di neve, Pau è riuscito a coprire in soli 5 giorni i 250km partendo da Alta, in Norvegia, ben oltre il circolo polare artico, e arrivando al piccolo porto di Nordkapp. Durante le straordinarie imprese compiute tra le montagne, Pau ha preso assoluta consapevolezza dei danni causati dai cambiamenti climatici e ha dunque deciso di impegnarsi in prima linea per contribuire ad attirare l’attenzione su un problema che non deve e non può più essere ignorato.
Pau Capell e “Run the Arctic”: 250 km in 5 giorni nell’Artico contro i cambiamenti climatici
Scoprire che gli orsi polari sono oggi obbligati a percorrere 250 km per procacciarsi il cibo ha ispirato il progetto di Pau: “Quando sono arrivato In Norvegia, il freddo mi ha davvero spiazzato e pensare di dover correre 50km al giorno in quelle condizioni era scoraggiante. Sono però fermamente convinto che sia fondamentale mettersi alla prova in luoghi diversi e affrontare sfide sempre nuove. Quando due anni fa sono venuto a conoscenza dei dati allarmanti rilevati dai ricercatori, ho deciso di compiere un’impresa sportiva il più vicina possibile a ciò che gli orsi polari si trovano a dover affrontare per sopravvivere”.
The North Face si è rivolta alla nota glaciologa e membro del board di “Protect Our Winters Europe”, la Dott.ssa Heidi Sevestre al fine di comprendere le implicazioni del cambiamento climatico per l’ecosistema artico e il suo impatto a livello globale.
“Siamo strettamente collegati all’Artico e sappiamo perfettamente che se non agiamo adesso, le temperature di tale area aumenteranno dai 5 ai 10 gradi entro la fine del secolo. Ciò comporterebbe un rapido aumento del livello dei mari, ondate di calore sempre più frequenti e altri eventi climatici estremi che avrebbero un impatto diretto su tutti noi. Ciò che è necessario comprendere è che siamo noi esseri umani la prima causa del cambiamento climatico e questo significa che siamo al contempo la soluzione al problema. Per questo motivo ogni azione che compiamo quotidianamente può avere un effetto positivo o negativo sul nostro clima. Impegniamoci affinché sia un effetto positivo”.
La coordinatice di POW Europe Brita Staal ha trascorso i primi anni della sua vita ad Alta e conosce perfettamente le condizioni estreme che Pau ha dovuto affrontare: “Promuovere la consapevolezza delle conseguenze dannose del cambiamento climatico diventa più importante di ora in ora ed è fondamentale mettere le nostre voci al servizio di questa causa agendo concretamente. Speriamo che l’iniziativa di Pau possa essere lo spunto per un impegno reale a favore dell’ambiente.”
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