L’infortunio nella corsa, è sempre qualcosa di misterioso. C’è chi corre molto e non ha mai problemi, e chi pur con pochi km a settimana ha sempre qualche problema. È forse il modo in cui corriamo che porta agli infortuni? Se pieghiamo tanto le ginocchia finiremo per danneggiarle? E infine, si può capire che problemi avremo dall’analisi del nostro stile di corsa? Il tema è al centro di uno studio condotto dalle Università di Jyväskylä in Finlandia e di Calgary in Canada, che hanno utilizzato un sistema di intelligenza artificiale per definire le categorie di runner in base al loro stile di corsa, e capire se questi stili sono collegati a determinati infortuni fisici. Un tema interessante che riguarda un po’ tutti. E che ha portato a risultati altrettanto interessanti.
Corsa e infortuni frequenti
La corsa è un atto complicato e non sempre correre con stile significa correre in modo efficace. E dall’altra parte a volte correre ‘male’ come fanno alcuni atleti professionisti vuol dire anche correre in modo molto efficace. Il peso della testa, il modo in cui si ruotano i fianchi, l’appoggio del piede e altri fattori influiscono sullo stile di corsa. Così diventa difficile fare una analisi esatta di uno stile di corsa per intervenire e correggerlo.
Per un’analisi credibile sulla corsa, gli esperti di biomeccanica usano i video, per poi inserire i dati in un computer e creare un modello tridimensionale del passo del corridore, per valutare da diversi angoli l’atto della corsa.
La soluzione delle due università congiunte, pubblicato sul Scandinavian Journal of Medicine and Science in Sports, è più radicale. Dopo l’analisi dei dati sull’andatura in 3D di un gruppo di corridori (uomini e donne con una media di 39,5 anni), alcuni sani e altri con infortuni, hanno utilizzato un programma di intelligenza artificiale per riuscire a categorizzare i runner in base al tipo di passo e poi collegare le categorie ai tipi di infortuni ai quali i corridori erano soggetti.
Se nel primo caso hanno avuto successo, nel secondo non è così.
Si può prevedere un infortunio nella corsa?
Abbiamo già spiegato quali sono le 6 maggiori cause di infortunio nella corsa. Il sistema di apprendimento automatico ha rilevato i modelli nascosti in dati complessi e ha determinato una divisione dei runner in cinque gruppi, ognuno caratterizzato dallo stile di corsa: chi piegava le ginocchia più di altri, chi teneva gli arti rigidi, chi correva pesando molto sui talloni, chi inclinava il piede maggiormente e così via.
I ricercatori hanno poi cercato di capire se questi stili di corsa fossero collegati a precise diagnosi di infortunio. Cioè se ad esempio chi corre piegando molto le ginocchia finisse per avere lesioni al ginocchio. Ma non si è riusciti a stabilire una correlazione tra tipo di corsa e infortuni.
Questo fatto ha alcune implicazioni. Da una parte suggerisce che “non esiste un unico modello di andatura che riduca la probabilità di sviluppare lesioni dovute alla corsa”, come spiegano i ricercatori: sembra più probabile che gli infortuni derivino da un cambio nel carico di allenamento, piuttosto che dal tuo stile di corsa, dall’angolazione del piede o del ginocchio. In questo la ricerca conferma un altro altro studio della università di Calgary che spiega come l’80% degli infortuni deriva da un cambio di piano di allenamento, da un sovraccarico di corsa e dal mancato riposo.
Dall’altra i risultati dicono anche che strumenti come quello della AI non sono così perfetti per questo tipi di analisi, o meglio non lo sono ancora. I computer non sono meglio degli umani nel prevedere gli infortuni in base al modo in cui si corre.
La nostra conclusione: da una parte ricordiamo di stare più attenti ai segnali che ci invia il nostro corpo, ma non dimentichiamoci che correre una maratona ci fa ringiovanire di 4 anni. Insomma, equilibrio.
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