Uno studio giapponese ha analizzato gli effetti delle radiazioni solari sull’andamento di alcuni runner. La ricerca, curata dalle università giapponesi Himeji Dokkyo e Hyogo e pubblicata sull’European Journal of Applied Physiology, è la prima nel suo genere (altre si sono limitate solo a effetti di vento, calore e umidità) e ha spiegato come le radiazioni solari influenzano le prestazioni sportive di chi fa attività fisica.
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Diversi livelli di radiazioni
Lo studio è stato condotto su otto volontari ai quali è stato chiesto di completare una serie di test – pedalare fino allo sfinimento per mezzora – in un ambiente controllato con una temperatura costante di 30°C e 50% di umidità nell’aria. Mentre queste condizioni permanevano, i gradi di radiazione solare artificiale variavano. Ne sono stati testati quattro livelli: 800 watt/mq (equiparabile alla luce che c’è in un pomeriggio assolato alla latitudine di Regno Unito o Giappone), 500 watt/mq (nuvole sottili in estate), 250 watt/mq (nuvole spesse in estate) e 0 watt/mq.
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Risultati inaspettati
Gli effetti della concentrazione maggiore o minore delle radiazioni ha portato a risultati inaspettati. Al contrario di quello che si potrebbe pensare, livelli alti di luce solare non hanno intaccato la temperatura interna, la produzione di sudore e la frequenza cardiaca, ma solo la temperatura esterna. All’aumentare delle radiazioni, la pelle reagisce infatti scaldandosi significativamente, contribuendo a aumentare la percezione di calore interna (anche se, di fatto, rimane invariata) e a rendere la corsa più faticosa. Un consiglio? Prima di uscire a correre è meglio preoccuparsi dell’assenza di nuvole, più che dei gradi indicati dal termometro.
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