Sì, le Reebok FloatRide Run sono le scarpe del ritorno del marchio angloamericano al mondo del running, che poi è sempre stato il suo primo amore. L’anno scorso era stata lanciata la Reebok FloatRide Run Ultraknit, e ora per l’autunno / inverno 2018 è il momento delle Flexweave. Apparentemente le Reebok FloatRide Run Flexweave e le Ultraknit sembrano lo stesso paio di scarpe per correre, e in effetti non siamo poi così lontani dalla verità: tra le due versioni l’unica vera, sostanziale differenza è la tomaia, o meglio il materiale tecnico della tomaia. Per il resto si tratta della stessa scarpa, anche perché è la tecnologia FloatRide ciò su cui punta Reebok e ciò che caratterizzerà le sue collezioni running negli anni a venire.
Reebok FloatRide Run Flexweave: la prova
Avevamo già corso a luglio 2017, durante il lancio italiano, e poi nel corso della stessa estate con le Reebok FloatRide Run Ultraknit, peraltro premiate come Best Debut nella classifica di Runner’s World International, e non potevamo rinunciare alla prova anche delle Reebok FloatRide Run Flexweave in occasione del Reebok Running Summit e dei primi km di presa di confidenza lungo i percorsi running del Parco di Monza, non lontano dalla sede italiana di Reebok.
La vera caratteristica distintiva delle Reebok FloatRide Run Flexweave è assolutamente nell’intersuola, il cui nome FloatRide dice già molto: il materiale utilizzato, il Float Foam, è un mix di EVA e TPU, e la combinazione è non solo più leggera (anzi: molto molto leggera) ma anche più stabile alle variazioni di temperatura e quindi regolare come comportamento. Ecco, poi è il comportamento quello che conta: “float” significa galleggiare ed è proprio ciò a cui hanno puntato i designer di Reebok, pensando a una scarpa per correre il più equilibrata possibile tra ammortizzazione e reattività. Come nelle One Guide di cui avevamo parlato qui, uno degli ultimi modelli di Reebok prima del periodo interamente dedicato al fitness, quello che si percepisce soprattutto è la facilità di transizione dal tallone alla punta, anche se bisogna senza dubbio prendere l’abitudine con una soletta dalla pianta abbastanza larga, non solo nell’area di appoggio ma anche in punta, e con una tomaia abbastanza svuotata nonostante il materiale termoplastico che tiene fermo il tallone.
Ecco, la tomaia è l’altra caratteristica davvero diversa rispetto alla stragrande maggioranza delle scarpe da running. La differenza tra Ultraknit e Flexweave è tutta nel modo in cui è filato il tessuto e dalla trama che si genera, ma non cambia la sostanza del risultato che è quella di una tomaia quasi impalpabile. Il che non è una sensazione banale e un po’ bisogna farci l’abitudine, soprattutto se si arriva da calzature da running con la tradizionale tomaia molto contenitiva e “piena” al punto tale da fasciare quasi stringendo il piede. A dare struttura e tenuta c’è appunto quella che viene chiamata cage, una gabbia in materiale termoplastico che ingabbia il tallone e sorregge i fianchi del mesopiede, con una allacciatura limitata a soli 3 punti molto alti e che lasciano libera la zona dell’avampiede.
Reebok FloatRide Run Flexweave: il prezzo
Sì, la domanda la conosciamo già: vale la pena scommettere su un paio di scarpe da running di un brand che da anni non sviluppava questo tipo di prodotto? Tyler Pennel l’ha fatto, ed è arrivato quarto alla Maratona di Boston, suo miglior risultato di sempre sui 42,195. Ma non è tanto il risultato eclatante a dover indurre a comprare un paio di scarpe da running, e bisogna sempre tener presente che non esiste una scarpa da running migliore in assoluto ma quella più adatta a sé, ma se si è in cerca di un paio di scarpe per correre molto leggere, ammortizzanti e reattive, con una tomaia che lascia abbastanza libero il piede di muoversi e sentire il terreno e che regalano una bella sensazione di transizione nell’appoggio, allora i 149,95 euro che sono il prezzo ufficiale delle Reebok FloatRide Run Flexweave possono essere una spesa oculata sia per il modello da uomo che per la versione da donna.
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