La suola alta o bassa nelle scarpe da running è una delle prima caratteristiche che si notano tra i diversi modelli. In realtà, più che di suola bisogna parlare di intersuola: la suola, o battistrada, di un paio di scarpe è infatti solo la porzione di materiale che entra a contatto con il terreno; l’altezza delle scarpe per correre è invece determinata dall’intersuola, che è quella porzione di materiale che si trova tra il battistrada e la soletta, e sul quale appoggia il piede. All’intersuola è poi collegata, incollata o cucita, la tomaia, che è la parte di tessuto sintetico che ricopre il piede (puoi approfondire qui come è fatta una scarpa).
Scarpe running: le differenze tra suola alta o bassa
Le differenze tra una suola alta o bassa in un paio di scarpe per correre non sono solamente estetiche ma principalmente funzionali: dalla quantità, e dalla tipologia, del materiale dell’intersuola dipendono infatti il peso, il livello di protezione, il ritorno di energia, il grado di sostegno e fondamentalmente il modo in cui si corre. Altra caratteristica da considerare oltre all’altezza o meno della suola è il cosiddetto drop, ovvero la differenza di spessore che c’è tra il tallone e la punta, e influenza sia la postura nella corsa che la dinamica dell’appoggio del piede durante la corsa. Considerando al momento solo l’altezza dell’intersuola, e quindi le differenze tra suola alta o bassa in un paio di scarpe da running, è possibile al momento classificare le scarpe da running in 7 categorie + 1.
La classificazione delle scarpe da running
La classificazione delle scarpe da running attuale, in base alla suola alta o bassa, va dalle cosiddette A1 alle A7, a cui in molti oggi aggiungono anche la categoria A0. La stragrande maggioranza delle persone che pratica la corsa usa scarpe che vanno dalle A2 alle A4; le A1 sono scarpe superleggere, da competizione, per atleti evoluti; le A5 sono scarpe da trail running, che possono avere caratteristiche simili nell’intersuola e differiscono principalmente per materiale e design della suola; le A8 sono le scarpe chiodate per la pista; le A0 sono le scarpe minimaliste; le A6 sono considerate oggi le scarpe da jogging o da walking. La cosa curiosa da sapere è che questa classificazione è principalmente italiana ed è nata lavorando a un file excel all’interno del quale mettere in ordine le scarpe per correre in base a tipologia di utilizzo, peso e tipo di appoggio del runner.
Scarpe da running con la suola alta
Le scarpe da running con la suola alta sono essenzialmente le A2 (Intermedie), le A3 (Neutre) e le A4 (Stabili): per suola alta in questi modelli si intende una intersuola che al tallone va dai 3 cm massimo, per i modelli A3 e A4, ai 2,5 cm minimo, per le A2, indipendentemente dal drop. Le differenze sostanziali riguardano il grado di ammortizzamento e stabilizzazione del piede e, di conseguenza, il tipo di uso e di utilizzatore a cui si rivolgono.
Le A2 intermedie sono considerate scarpe performance, quindi leggere e votate ai ritmi veloci, con tuttavia un livello basilare di ammortizzazione; sono scarpe tecniche, per gli allenamenti veloci in strada o pista, principalmente per atleti leggeri. Le A3 neutre sono la stragrande maggioranza delle scarpe da running, normalmente con un peso dai 300 ai 390 grammi massimo, ma per lo più intorno ai 330/350 grammi, con un alto livello di ammortizzazione e protezione del piede, rivolte principalmente a chi si avvicina al running o a chi pratica la corsa occasionalmente e senza velleità di risultati e preferisce scarpe per iniziare a correre comode; sono anche indicate per runners dagli 80 kg in poi e che necessitano quindi di preservare le articolazioni dai traumi derivanti dall’impatto del piede con il suolo. Infine tra le scarpe per correre con suola spessa ci sono le A4 stabili, simili se non identiche per aspetto e peso alle A3 ma con in più dei sistemi di supporto del piede e di correzione della dinamica della corsa per i cosiddetti pronatori che portano eccessivamente il carico del piede verso l’interno.
Scarpe da running con la suola bassa
Le scarpe da running con la suola bassa sono quei modelli che hanno una intersuola al tallone inferiore ai 2,5 cm e che comprendono essenzialmente le cosiddette A1 minimaliste. Normalmente le A1 minimaliste hanno un drop molto limitato, quindi una minima se non nulla differenza di spessore dell’intersuola tra tallone e punta, esteticamente appaiono “piatte”, sono estremamente leggere, normalmente intorno ai 250 grammi o meno a paio (per la misura 9), e per loro natura hanno una capacità di ammortizzazione e di propulsione, nonché di controllo del movimento, ridotta se non nulla. Sono scarpe che garantiscono la massima libertà di movimento del piede, indicate per atleti evoluti e leggeri che ricercano la prestazione sia in allenamento che soprattutto in gara, assolutamente non indicate per amatori, principianti e runner della domenica, tantomeno per persone sovrappeso oppure con peso dagli 80kg a salire, e assolutamente sconsigliate anche ai cosiddetti pronatori.
Escludendo le scarpe chiodate da gara in pista, tra le scarpe da running con la suola bassa possono in teoria rientrare anche le cosiddette A0, che fondamentalmente non hanno intersuola e sono rivolte solo ed esclusivamente a chi pratica il barefoot, o minimal running, cioè la corsa praticamente a piedi nudi.
Scarpe da running: i materiali dell’intersuola
Per scegliere tra le scarpe da running con la suola alta o bassa c’è poi da considerare i materiali dell’intersuola. Quella che normalmente e volgarmente viene chiamata gomma in realtà si chiama EVA, Etilene Vinil Acetato, un composto chimico che, opportunamente espanso, dà vita al materiale plastico morbido che si trova sotto le scarpe da running. Il più delle volte l’EVA si trova da sola, altre volte combinata con altri materiali (come nel caso del Gel di Asics) o con particolari tecnologie come la Wave di Mizuno, che dona stabilità e flessibilità ulteriori alla scarpa, altre ancora utilizzata con trattamenti specifici come nel caso del DNA AMP di Brooks. Oltre all’EVA ci sono anche altri materiali e composti plastici utilizzati dai marchi di scarpe da running per dare ammortizzazione e/o spinta durante la cosa, come nel caso del Boost di Adidas, l’RMAT delle HOKA ONE ONE (che sono un tipo estremo di scarpe da running con la suola alta, in questo caso davvero oversize), il Floatride Energy Foam di Reebok, l’HOVR di Under Armour o l’Air di Nike.
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Il drop nelle scarpe da running con la suola alta
Infine c’è da considerare un ultimo aspetto, che è quello del drop nelle scarpe da running con la suola alta (solo in queste perché nelle scarpe A1 si può andare al massimo da 0 a 4 mm di differenziale tra tallone e punta e solo podisti evoluti sono davvero in grado di percepire tali differenze). Tendenzialmente più c’è drop (diciamo tra gli 8 e i 12 mm) e più l’appoggio del piede è spostato verso il tallone, con la conseguenza che anche la corsa sarà tipicamente con un appoggio e una transizione tallone-pianta-punta; sotto gli 8 mm e fino ai 4 mm si parla ormai di appoggio in avampiede, e quindi di una tecnica di corsa evoluta e corretta, con molta o relativamente poca ammortizzazione sotto i piedi.
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