L’apnea migliora il funzionamento di cuore e polmoni. O per meglio dire: che i sub e apneisti in grado di trattenere il respiro per minuti e minuti, effettuano degli adattamenti che fanno sì che il loro cuore e i loro polmoni lavorino in modo più efficace in condizioni di scarso ossigeno. Una scoperta che potrebbe fornire importanti informazioni sulle malattie polmonari e la loro cura. E che ci dovrebbe spingere a fare pratica con l’apnea.
Perché e come l’apnea migliora il funzionamento di cuore e polmoni
I migliori apneisti del mondo (come Mike Maric nella foto qui sotto, che ci insegna gli esercizi di apnea) sono in grado di trattenere il respiro per minuti e minuti, intraprendendo lunghe avventure subacquee senza l’ausilio di attrezzature come le bombole di ossigeno. Du studi guidati dal fisiologo umano Andy Lovering dell’Università dell’Oregon hanno identificato diversi adattamenti che aiuterebbero i subacquei a far funzionare efficacemente il cuore e i polmoni in condizioni di scarsità di ossigeno. Scoperte che potrebbero portare a trattamenti migliori per le malattie polmonari.
Lo studio sull’apnea migliora il funzionamento di cuore e polmoni
In uno studio, i ricercatori hanno posto sia dei sub esperti e allenati che dei non sub sani in un ambiente a bassa ossigenazione per 20-30 minuti.
“La risposta normale alla carenza di ossigeno è la costrizione delle arteriole nei polmoni, che fa aumentare la pressione sanguigna polmonare“, ha detto Tyler Kelly, studente laureato nel laboratorio di Lovering che ha guidato il lavoro. “Ma abbiamo scoperto che questi atleti subacquei hanno avuto una risposta minima, se non addirittura nulla“.
Le arteriole nei polmoni non si sono costrette tanto in risposta alla scarsità di ossigeno, riducendo lo sforzo sul cuore che la diminuzione dell’ossigeno solitamente provoca. “È un adattamento davvero unico“, ha detto Lovering.
I subacquei avevano anche maggiori probabilità rispetto ai non subacquei di avere un forame ovale pervio (FOP), un foro che crea un passaggio tra i lati destro e sinistro delle camere superiori del cuore.
Nei subacquei, questo foro potrebbe agire come una valvola di scarico, aiutando a ridurre la pressione sul lato destro del cuore in condizioni di scarsa ossigenazione.
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Le conseguenze per la cura delle malattie polmonari
Nel lavoro successivo, Lovering vuole verificare se l’invio di persone normali a un programma di allenamento per immersioni in apnea possa indurre in loro gli stessi cambiamenti fisiologici osservati nei subacquei.
Se così fosse, gli esercizi strutturati di trattenimento del respiro potrebbero essere un trattamento per le persone affette da malattie polmonari croniche, attenuando la risposta dell’organismo alla scarsità di ossigeno e riducendo al minimo lo sforzo su cuore e polmoni.
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