Le ciaspole sono tornate di moda in queste ultime stagioni invernali, e ciaspolare è la riscoperta di un modo antico, rilassato e silenzioso di godersi la montagna in inverno, quando tutto è ricoperto dal bianco della neve.
Le ciaspole (chiamate anche racchette da neve o ciaspe) sono lo strumento ideale per camminare su piste già battute o sulla neve fresca, nel bosco, a fondovalle o sui pendii imbiancati.
Ciaspole: 7 consigli per cominciare
Volete provare le ciaspolare? Allora scoprite come sono fatte, come si usano (qui il nostro ulteriore approfondimento) e tutti i consigli per ciaspolare in sicurezza.
1. Come sono fatte le ciaspole
Le ciaspole sono una specie di zatteroni, o ciabattoni, in plastica rigida resistente al freddo che permettono di galleggiare sulla neve fresca.
Sopra la ciaspola è montato un dispositivo per agganciare le scarpe, sia in punta che alla caviglia; il dispositivo normalmente è basculante, ovvero permette la naturale flessione del piede durante la camminata. Il basculante si può anche fissare al tallone, rendendo il tutto più saldo: serve per affrontare le discese più ripide o i traversi più impegnativi. Altrimenti durante i tratti meno impegnativi o nelle salite si lascia il tallone libero; nelle salite, per ridurre la fatica dei polpacci, è anche possibile fissare l’alzatacco, che accorcia l’escursione della caviglia. Sotto la ciaspola si trovano dei ramponi in acciaio, che servono ad aver presa sulla neve anche dura: ci sono i rampanti che corrono longitudinalmente lungo tutta la lunghezza del piede, e ci sono i ramponi sotto la punta, per aiutare la presa durante le salite o con la neve dura.
2. Come ci si veste per andare a ciaspolare
Anche se le temperature sono molto basse, ciaspolare comporta un buon dispendio energetico, e dopo qualche minuto il corpo inevitabilmente si riscalda. Per cui il consiglio è quello di vestirsi a strati, evitando abbigliamento eccessivamente imbottito che impedirebbe i movimenti e farebbe sudare in modo eccessivo. L’abbigliamento ottimale prevede:
Una t-shirt o base layer in tessuto tecnico sintetico (mai il cotone, che si inzuppa!) a maniche lunghe, come questi.
Un pile, o secondo strato, come per esempio questo, sempre in tessuto tecnico traspirante e magari antivento: serve per rimanere al caldo e per far evaporare il sudore.
Un guscio impermeabile e antivento, meglio se con qualche membrana come Gore-Tex o Polartec traspiranti: proteggono dal vento, dalla neve, dal bagnato e lasciano traspirare il sudore, evitando di rimanere bagnati. Per esempio questi.
Dei pantaloni lunghi da escursionismo, non imbottiti, ma anche questi con una membrana traspirante, antivento e che protegga dall’acqua: non vanno bene i pantaloni da sci, troppo imbottiti e talvolta troppo caldi, non vanno assolutamente bene jeans o altri pantaloni in tessuto che, in caso di scivolate nella neve, si inzupperebbero; una buona soluzione è indossare pantaloni da trekking come questi sopra a una calzamaglia, magari di quelle da running invernale.
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3. Scarpe e calze: quali usare?
Vanno benissimo calze e scarpe da trekking, con alcune indicazioni: mai – mai! – calze di cotone, perché la neve si infila nelle scarpe e questi tessuti e filati si inzuppano come spugne, lasciandovi i piedi ghiacciati. Meglio usare calze da escursionismo in tessuto sintetico che butta fuori il sudore, corte o lunghe a piacere. Le scarpe da trekking devono essere alte sopra la caviglia, per riparare i piedi che affondando nella neve, meglio se sono un po’ strutturare con suola appena più rigida del solito, e soprattutto con membrane o tessuti tecnici che riparano dall’acqua e dall’umidità come il Gore-Tex o equivalenti, come queste. Una buona soluzione per tenere i piedi asciutti è l’uso delle ghette, che proteggono scarpa e polpacci dalla neve.
4. Guanti, cappello, occhiali? Sempre
Anche se dopo qualche minuto sentirete il calore del sangue irrorare il vostro corpo, proteggere le estremità è sempre indispensabile.
Indossate un cappello che ripari le orecchie, guanti che non si inzuppino di neve fredda come questi, e magari anche una sciarpa o un collare se soffrite il vento freddo al collo. Anche gli occhiali sono indispensabili: il riverbero del sole sulla neve può essere davvero fastidioso e rovinarvi il piacere della ciaspolata. Qui un po’ di occhiali tecnici da montagna.
5. Bastoncini: servono davvero per ciaspolare?
Sì, sono indispensabili per mantenere l’equilibrio, migliorare il ritmo della camminata e aiutare la stabilità in salita e discesa. Ormai sono quasi tutti telescopici, ovvero adattabili in altezza: la regolazione giusta è come quella del trekking, per cui impugnandoli correttamente il gomito si piega a 90° e l’avambraccio è parallelo al terreno. Attenzione: spesso i bastoncini sono venduti con la doppia rotella sostituibile: sulla neve si usa quella più larga.
6. Come si cammina con le ciaspole
La neve non è mai la stessa, visto che può essere farinosa, ghiacciata, bagnata o una combinazione di diversi stati, e quindi a ogni passo bisogna adattare un po’ il proprio stile di ciaspolata.
Tuttavia, in linea generale, ciaspolare è un po’ come il nordic walking: braccia e gambe si muovono in modo alternato, per cui quando avanza il piede destro si punta nella neve la bacchetta impugnata con la mano sinistra, e viceversa. Nei tratti di ripida salita invece si puntano entrambi i bastoncini avanti per poi far leva e aiutare la spinta delle gambe.
L’errore più comune delle prime ciaspolate è quello di partire con falcate ampie e lunghe, che sono il modo migliore per affondare nella neve: meglio trovare un buon ritmo con passi brevi e gambe appena un po’ più larghe del normale (le ciaspole sono larghe circa 40/50 cm), seguendo la traccia già aperta nella neve se non siamo gli apripista. Nei traversi infine è sempre bene puntare l’appoggio sul bastoncino a monte, tenendo quello a valle solo per l’equilibrio, e mantenere sempre 3 appoggi su 4 tra ciaspole e bastoncini.
7. Ciaspolare è pericoloso?
Andare in neve fresca comporta sempre un margine di pericolo. Intanto rispetto a un trekking estivo è più difficile orientarsi: non sempre ci sono sentieri tracciati e la segnaletica è ricoperta dalla neve. Poi è anche più faticoso: a parità di percorso, tra un trekking estivo e lo stesso percorso con le ciaspole ci sarebbe un dispendio energetico superiore circa del 50%, ed è bene tenerne conto prima di partire.
Infine la neve fresca: in montagna il pericolo 0 non esiste, esiste però il modo di ridurre il margine di rischio. Per prima cosa valutare le condizioni della neve e del meteo prima di partire: i siti locali della Agenzia regionale per la Protezione Ambientale, quelli regionali delle guide alpine, i siti dei comprensori sciistici e delle località di montagna ormai riportano regolarmente e quotidianamente il bollettino della neve.
Poi ricontrollare le previsioni della neve e del meteo una volta sul luogo dell’escursione: nessuno come i maestri di sci, le guide locali e gli stessi abitanti e albergatori conosce gli umori del meteo delle montagne in cui vivono, per cui chiedete e vi saranno dati buoni consigli. Infine guardare l’evoluzione del meteo nel corso della giornata ed evitando qualsiasi rischio: se non si è frequentatori esperti della montagna è sempre bene farsi accompagnare da una guida del luogo, capace di “annusare” la neve, il vento, le nuvole e tutti gli altri fattori di rischio.
Per ultimo: portare con sé l’attrezzatura di sicurezza in caso di valanghe: nello zaino di ciascun ciaspolatore devono esserci sempre ARTVA, sonda e pala, per il primo soccorso in caso di valanghe (la legge non è chiarissima, e così le ordinanze ragionali come spieghiamo in questo articolo, ma sostanzialmente bisognerebbe sempre avere la dotazione di sicurezza ed emergenza).
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