Andare in montagna a fine estate, tra la metà di settembre e l’inizio dell’inverno, comporta una serie di attenzioni che bisogna assolutamente avere per potersi divertire in sicurezza.
Ci sono almeno cinque cose da fare e da ricordare che non sono per nulla scontate. Ne abbiamo parlato con il valtellinese Giuliano Bordoni (che qui vedete nella foto mentre parla alla platea), guida alpina nella bella stagione e freerider professionista in inverno.
Andare in montagna a fine estate: le 5 cose da tenere a mente
1. Fungo omicida
“Non molti sanno che ci sono molti più morti in montagna in queste settimane tra i cercatori di funghi che in tutta l’estate tra gli alpinisti che arrampicano e vanno sui ghiacciai. Molti di più. Le statistiche del Soccorso Alpino Nazionale parlano chiaro.
Certo, molti fungaioli sono poco esperti di come ci si debba comportare in montagna, non sanno quali calzature scegliere, come mettere un piede fuori dal sentiero ma un incidente capita anche a molti montanari che sanno bene quello che fanno. Andare per funghi è un’attività che assorbe completamente la testa e alla lunga si finisce col perdere il senso dell’orientamento e del tempo. Esserne consapevoli risolve metà del problema: l’ideale è andare sempre accompagnati”.
2. Zero termico
“Sia in estate che in inverno, l’escursionista previdente controlla on line le previsioni meteo nella zona dove andrà il giorno seguente. e sarebbe ancora meglio controllarle nuovamente al mattino appena svegli prima di partire. del resto, i siti specializzati oggi sono molto più attendibili di cinque anni fa.
Su un sito meteo, non bisogna solo preoccuparsi delle previsioni del tempo ma anche della quota dello zero termico, cioè l’altitudine alla quale la temperatura scende a zero e si rischia, nel caso di brutto tempo, di prendere la neve. Anche le previsioni del vento sono importantissime: se si intende camminare fuori dal bosco, bisogna ricordarsi che fa molto più freddo a 15 gradi con un vento forte che a 10° senza vento”.
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3. Abbigliamento intimo
“Studiare il meteo serve soprattutto per scegliere come vestirsi e cosa mettere nello zaino. Certo, è troppo presto per pensare a piumini e giacche invernali ma non fa più così caldo da indossare la sola Tshirt. L’ideale è avere una serie di capi “da mezza stagione” il più importante dei quali è sempre quello che si mette sulla pelle. Io in questo periodo indosso con un Norrøna Super Hoodie è leggero ma caldo, ha maniche lunghe e cappuccio e soprattutto è molto traspirante. È realizzato in Polartec Powerdry, un tessuto speciale “a griglia” che crea dei canali a contatto con la pelle dove scorre l’aria per tenere il corpo caldo, fresco e asciutto.
Ed è anche esteticamente gradevole. D’inverno lo uso anche per sciare. Proprio per queste settimane in cui a volte fa caldo e a volte fa troppo freddo Norrøna ha realizzato il gilet Lyngen 100, in Polartec Alpha, che è molto più leggero di un piumino e occupa meno spazio, l’ideale da indossare sotto un guscio impermeabile e antivento”.
4. I rifugi potrebbero essere chiusi
“Fate una telefonata il giorno prima ai rifugi lungo il vostro sentiero per controllare che siano effettivamente ancora aperti. La data di chiusura dell’attività a volte più essere “ballerina”. In caso negativo, dovrete assicurarvi di portare con voi bevande e viveri a sufficienza”.
5. Occhiali da sole e ora solare
“Molto meno scontato di quanto possa apparire: ricordate che le giornate si stanno accorciando e questo potrebbe creare qualche problema lungo la via del ritorno, anche su sentieri che conoscete bene. E non basta: segnatevi la data del 30 ottobre, giorno in cui tornerà l’ora solare e, puntando l’orologio un’ora avanti, ci si ritroverà al buio in anticipo. Detto questo, gli occhiali da sole non vanno dimenticati nemmeno a novembre con il cielo nuvoloso: in montagna è proprio il cielo nuvoloso a creare il riverbero della luce che è più dannoso e stancante per gli occhi”.
Foto di Lukas Hartmann da Pexels
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