È meglio informarsi su come vestirsi quando ci troviamo davanti agli animali selvatici in mezzo alla natura, per non spaventarli: i colori dei nostri vestiti influenzano il comportamento degli animali selvaggi. Non parliamo solo del rosso davanti a un toro (che in realtà è daltonico e no riconosce il rosso), ma anche del blu di fronte a un animale che non ha questo colore fra i pigmenti del proprio corpo. Lo svela una ricerca condotta alla Binghamton University, che ha indagato quale sia l’effetto dei turisti sulla fauna selvatica.
Come vestirsi se incontri un animale
I ricercatori sono andati in Costa Rica per condurre questo studio sugli anoles d’acqua (Anolis aquaticus), una varietà di lucertola. Hanno visitato tre diverse località fluviali indossando una delle tre camicie di colore diverso: arancione, verde o blu. L’obiettivo dello studio era vedere come queste anole d’acqua reagivano ai diversi colori. L’arancione è stato scelto perché l’anole d’acqua ha segnali sessuali arancioni, il blu a contrasto (il corpo dell’anole manca del colore blu), il verde perché simile all’ambiente della foresta tropicale.
I risultati dello studio parlano chiaro: meglio vestirsi con i colori degli animali e del loro ambiente. Le camicie arancioni hanno permesso alle lucertole di avvicinarsi di più all’uomo, stabilendo un maggiore senso di fiducia; risultati inferiori per il verde, ancora meno per il blu.
Vestirsi come gli animali per non rischiare
Abbiamo visto come comportarsi quando incontri un orso, o a cosa devi stare attento se sulla tua strada incroci un cinghiale, o anche cosa fare e cosa non fare se sei a contatto ravvicinato con un lupo. Oltre a queste raccomandazioni, la lezione che possiamo trarre dallo studio scientifico è quella di vestirci in modo corretto per non indisporre o spaventare gli animali, e quindi per non mettere a rischio la propria incolumità.
I ricercatori, in attesa di estendere lo studio anche ai mammiferi, ritengono che questi risultati possano essere utilizzati all’interno della comunità dell’ecoturismo per ridurre gli impatti sulla fauna selvatica. Ma anche per capire meglio come gli animali vedono il mondo: “Noi (sia i ricercatori che gli ecoturisti) dobbiamo riconoscere che gli animali percepiscono il mondo in modo diverso rispetto a noi come esseri umani”, ha affermato Lindsey Swierk, leader della ricerca, “Ciò che pensiamo sia spaventoso per un animale potrebbe non essere; al contrario, ciò che immaginiamo non minaccioso potrebbe essere terrificante nella realtà”.
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