La felpa tecnica da trekking, un capo passepartout che non deve mai mancare

Nelle stagioni con il meteo più variabile la felpa tecnica da trekking, o second layer, è un capo tecnico davvero indispensabile da avere

felpa tecnica da trekking

La felpa tecnica da trekking è un capo da avere sempre con sé durante un’escursione, in estate quando il meteo può cambiare repentinamente e ovviamente anche nella stagione fredda dall’inizio dell’autunno alla fine dell’inverno. Nel cosiddetto abbigliamento a strati, o a cipolla, che si suggerisce per andare in montagna o fare una escursione nella natura, la felpa tecnica da trekking è il cosiddetto midlayer o second layer, il secondo strato che si indossa sopra il baselayer (la t-shirt a maniche corte o lunghe a contatto con la pelle come primo strato) e il terzo strato, che può essere un guscio protettivo, antivento e antipioggia, oppure una giacca termica, con imbottitura naturale o sintetica e almeno antivento.

Le caratteristiche di una felpa tecnica da trekking

Trattandosi di un capo intermedio, la felpa tecnica da trekking deve avere precise caratteristiche sia per quanto riguarda il tessuto utilizzato che di design.Texapore Ecosphere è la nuova membrana sostenibile di Jack Wolfskin

Felpa da trekking: quale tessuto?

Sicuramente un tessuto tecnico che assolva a due funzioni contemporaneamente. Una è quella di traspirazione, cioè portare all’esterno l’umidità generata dal sudore. La prima traspirazione è data dal baselayer, o t-shirt tecnica, che allontana il vapore acqueo e l’umidità dalla pelle e la porta fuori, ma se poi trova una felpa che la trattiene, o che peggio si impregna, è tutto inutile. Quindi serve un tessuto traspirante. La seconda funzione è di termoregolazione, che è la capacità di trattenere il calore ed evitare che si disperda con la conseguenza di patire il freddo. Termoregolazione non significa generare calore, perché non c’è nessun capo in grado di generare calore, ma di trattenere all’interno quello prodotto dal corpo umano, limitando il più possibile lo scambio con l’aria fredda. Per assolvere a questi due compiti serve un filato sintetico – come Polartec, che è un fornitore di ingredienti di molti marchi, oppure quelli proprietari dei brand, e ciascuno ha il proprio nome ma si parte sempre da poliestere o affini – oppure la lana opportunamente trattata, ma sicuramente non il cotone delle felpe più comuni. Quindi, benché si parli di felpa tecnica da trekking, non si tratta di una felpa in cotone, che non traspira e non termoregola. Se oltre a ciò il tessuto è anche stretch se ne hanno positive conseguenze anche dal punto di vista del design e della comodità.

Felpa tecnica da trekking: il design

Dopo il materiale del tessuto tecnico bisogna considerare il design. E anche in questo caso occorre partire dalla sua funzione. Una felpa tecnica da trekking si usa in montagna o comunque in ambiente naturale, mentre si cammina o si fanno altre attività più o meno impegnative dal punto di vista fisico e che richiedono vari e diversi movimenti, e spesso la si indossa sotto una giacca guscio. Quindi la prima caratteristica è che non sia troppo ingombrante e “spessa”, ma anzi sia aderente, stretch e con un tessuto poco pesante, In particolare in vita e sulle braccia deve aderire bene e seguire i movimenti, mentre può essere leggermente più lunga in vita, per coprire bene ben oltre la cintura dei pantaloni.

Poi ci sono alcuni dettagli da considerare con attenzione. La presenza di tasche, per esempio: un paio in vita sono indispensabili, anche solo per tenere le mani al caldo, un taschino sul petto sempre molto utile, per piccoli oggetti leggeri, oppure documenti o una barretta. Anche la zip intera è indispensabile, perché una felpa tecnica da trekking non si sfila dalla testa, e se la zip si può aprire dall’alto e dal basso è ancora meglio in termini di praticità (banalmente: se si devono fare i bisogni) o termoregolazione (basta anche solo aprirla di qualche cm in vita per far girare un po’ di aria). Dovendola infilare sotto una giacca guscio, più o meno morbida a seconda che sia softshell o hardshell, sono sempre molto comodi anche i polsini con foro per il pollice, che oltre che coprire bene le braccia evitano da far arrotolare le maniche sotto quelle della giacca. Infine il cappuccio, che può risultare utile nelle giornate ventose come durante le pause con la testa e i capelli sudati in assenza di un berretto. La presenza di coulisse in vita, sulle maniche, sul collo e sul cappuccio è un altro dettaglio da considerare se ci si vuole isolare maggiormente dal freddo.

Credits photo: FlickrCC Yellowstone National Park

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