Cinghiali, castagne e una camicia rossa sull’Appennino: un trekking semplice, da fare anche con i bambini, tra città Slow in cui rilassarsi assaporando i prodotti dell’autunno e personaggi storici da inseguire sui monti.
Siamo nell’Appennino tosco-romagnolo, sul confine tra le province di Firenze e Ravenna, e Garibaldi è proprio l’eroe dei due mondi che, vuole la ricostruzione storica, passò per queste montagne in fuga da Roma per raggiungere Genova: i giorni sono quelli di agosto del 1849, e morta Anita alla fattoria Guiccioli a Mandriole di Ravenna, il generale si mise in fuga con Capitan Leggero e sotto la guida di Don Giovanni Verità, passando dalla valle del Lamone a quella del Senio e dallo Stato Pontificio al Granducato di Toscana.
Trekking sulle tracce di Garibaldi con i bambini
Il percorso è semplice, adatto anche a una escursione con i bambini al seguito dato il leggero dislivello (970 metri in salita, 810 in discesa, se si arriva fino a Palazzuolo, ma se ne possono percorrere anche tratti più brevi), e al valore storico riscoperto durante le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia unisce anche un indubbio fascino paesaggistico.
Questi sono infatti boschi di castagni, o di marroni per dirla come i marradesi, che a questo prodotto IGP dedicano non solo una sagra che occupa i fine settimana di Ottobre ma tutta una gastronomia che oltre ai classici ‘bruciati’ (le caldarroste) prevede marmellate, tortelli, torte e castagnacci in infinite varietà. Anzi, il periodo migliore per percorrere questo sentiero è proprio quello di fine estate e inizio autunno, quando i boschi danno il meglio di sé in fatto di colori e profumi e può capitare di trovare sulla propria strada qualche cinghiale piuttosto che un capriolo o dei fagiani selvatici.
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Il percorso di Garibaldi
Alcune avvertenze però sono d’obbligo: il marron buono è parte integrante dell’economia della zona, e se lo spettacolo delle persone al lavoro nei castagneti è gratuito non lo è certo la raccolta da parte degli escursionisti. Inoltre questa è zona in cui la caccia è ancora sentita e praticata, ed è sempre meglio evitare le primissime ore del mattino, quando le brigate di cacciatori sono più attive.
Il sentiero Garibaldi parte dalla piazzetta Fabbri di Popolano di Marradi (la si può raggiungere in auto sia da Faenza che da Roncobilaccio tramite Firenzuola o da Barberino del Mugello tramite Borgo San Lorenzo e percorrendo la statale 302) ed è segnato con i colori giallo-blu (il tracciato si trova anche sulla carta escursionistica 1:25.000 “Escursionismo fra Romagna e Mugello” dell’Associazione UOEI di Faenza): si snoda per strade sterrate, mulattiere e veri e propri sentieri, spesso con belle vedute panoramiche sui crinali appenninici toccando chiesette e badie medievali nonché borghi rinascimentali in pietra e legno.
Cosa portare nel trekking di Garibaldi
Se le avete, portate con voi delle bacchette da escursionismo, in qualche tratto più ripido potrebbero essere d’aiuto (altrimenti prestate attenzione all’inizio del sentiero, gli escursionisti hanno spesso la buona abitudine di lasciare qualche bastone di legno pronto all’uso) e soprattutto calzate pantaloni lunghi o calze alte e di spessore: il sentiero è tutto sommato poco trafficato, e spesso la vegetazione del sottobosco cresce rigogliosa.
Se prevedete di arrivare fino a Palazzuolo sul Senio sono circa 8 ore di cammino, ed è bene portarsi acqua da bere e cibo al sacco a sufficienza perché le possibilità per una sosta sono poche (una, affascinante, è l’agriturismo Gamberaldi).
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