Se è un po’ che ti tenta l’idea di fare Triathlon e vorresti provarci, la domanda fondamentale è: come iniziare?
Ce lo spiega Sara Dossena, maratoneta ed ex triatleta che nella sua lunga e poliedrica carriera ha vinto diverse medaglie. La 35enne di Clusone ha il grande obiettivo di partecipare alle Olimpiadi di Tokyo, e il suo percorso verso il sogno giapponese è cominciato con una vittoria alla mezza maratona Ganten Milano21, che ha chiuso con un ottimo 1.11’40”: “Non mi aspettavo quel tempo lì, venendo dall’off-season mi ero presentata senza obiettivi. Le gambe, però, hanno iniziato a girare: meglio così! Adesso sono in ripresa nell’ottica di Tokyo, quindi c’è ancora tempo per lavorare. A marzo farò un’altra maratona, probabilmente la stessa che ho completato quest’anno a Nagoya, in Giappone. Dopodiché avrò tempo di recuperare per la maratona delle Olimpiadi, il sogno di ogni atleta. Ce la sto mettendo tutta”.
Il triathlon è uno sport multidisciplinare (nuoto, ciclismo e corsa) a dir poco sfibrante e faticoso: per affrontarlo al meglio ci vuole il giusto mix tra allenamento individuale, resistenza fisica/mentale ed esperienza in gara. Sara Dossena, intervistata in esclusiva prima della cerimonia dei Beat Yesterday Awards di Garmin, ha sfruttato il suo background per approfondire gli step necessari per avvicinarsi alla disciplina.
L’atleta lombarda, senza contare i successi nella corsa, è stata tre volte campionessa assoluta nel duathlon (corsa e bici) classico, tre volte campionessa assoluta nel duathlon sprint e ha collezionato due settimi posti ai campionati italiani di triathlon.
Come iniziare con il triathlon partendo da una singola disciplina
Molti atleti si approcciano al triathlon quasi per caso, partendo da una delle tre discipline di questo sport così affascinante. Non esiste un percorso fisso e spianato: bisogna fare le cose gradualmente, farsi seguire da allenatori specializzati e rendersi conto strada facendo delle proprie potenzialità. È ciò che è successo a Sara Dossena, che ha iniziato con il duathlon prima di passare al triathlon.
Senza gli infortuni avuti a inizio carriera, probabilmente non si sarebbe mai avvicinata a questo mondo: “Ho iniziato col triathlon quasi per gioco, senza obiettivi o ambizioni. Negli anni in cui facevo atletica ed ero junior ho avuto un sacco di infortuni, quindi per una cosa o per l’altra ero sempre in piscina per la riabilitazione. Ed ecco che ho cominciato a nuotare e poi a pedalare, avvicinandomi pian piano a questa disciplina. A quel punto ho notato che i primi risultati arrivavano, perciò il triathlon è diventata la mia professione. O meglio, la mia ex professione perché adesso faccio solo gare di maratona. Nonostante ciò, anche ora mi alleno sempre in piscina: il secondo allenamento lo faccio a nuoto, quindi il triathlon è parte integrante della mia preparazione”.
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Le parti più difficili del triathlon
Il nuoto, come conferma Sara Dossena, è la parte più difficile e delicata da allenare per molti sportivi che vogliono iniziare con il triathlon: “Ora il nuoto lo utilizzo come scarico, ma quando facevo triathlon mi allenavo con le ripetute e lavori specifici per migliorare in questa disciplina. Chi si avvicina al triathlon deve fare le cose con calma, soprattutto nel nuoto che è un po’ il punto debole di quasi tutti i triatleti in erba”.
La lunghezza delle gare e i cambi repentini da una disciplina all’altra sono due peculiarità del triathlon a cui ci si abitua solamente facendo esperienza i gara. Gareggiare, infatti, diventa anche una vera e propria forma di allenamento: “Più che la lunghezza delle gare mi hanno messa in difficoltà i cambi. Dal nuoto alla bici, dalla bici alla corsa… non è una cosa automatica cambiare così in fretta da uno sport all’altro. Questa cosa o la alleni, o la alleni. E la alleni molto spesso solo in gara, perciò bisogna gareggiare tanto e fare un sacco di esperienza. Esistono numerose dinamiche, come la scia in bici, che puoi sperimentare solo in gara. È necessario buttarsi il più possibile e guadagnare esperienza partendo dagli errori”, ha spiegato Dossena.
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I dati e gli strumenti più importanti nel triathlon
I fitness tracker e simili sono fondamentali per la seguente ragione: le distanze ufficiali delle gare di triathlon spesso non sono reali, perciò gli atleti devono avere degli strumenti tecnologici per monitorare il loro vero rendimento: “Per quanto riguarda i dati, personalmente guardavo molto la media e i watt che producevo in bicicletta. A piedi, invece, ci si focalizzava sul tempo e sulla prestazione in generale, anche perché molto spesso le distanze del triathlon non sono reali: se sono 10 chilometri, magari in realtà sono 9,8 chilometri. Con 200 metri in meno non puoi guardare il tempo ufficiale per capire se sei andata bene o male: devi valutare il tuo rendimento con appositi strumenti. Quando facevo triathlon non usavo il cardiofrequenzimetro, ma mi affidavo all’orologio con il GPS per la distanza e la media a piedi e in bici”, ha detto Sara Dossena.
Come in ogni sport, il fattore divertimento è una condizione necessaria e sufficiente per fare bene: “Bisogna partire dal divertimento. Il triathlon deve essere un divertimento, un modo diverso di godersi lo sport e di stare assieme. Se c’è la passione e se piace lo sport, diventa come una droga: inizi con una gara e poi fai sicuramente l’ironman”.
(Foto di copertina: @sara_dossena / Instagram)
Per approfondire:
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Guida al triathlon, dalle distanze a come si gareggia
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