Trekking in Valle di Ledro sulle tracce della Prima Guerra Mondiale

Residuato bellico; sullo sfondo il Rifugio Pernici e il lago di Garda
Residuato bellico; sullo sfondo il Rifugio Pernici e il lago di Garda
Camminamento sulla Rocca
Panorama da un osservatorio
Mazza di Pichea
Segnaletica sul fronte
Nidi di mitragliatrici
Panorama della Valle di Ledro dai camminamenti
Un ricovero
Un ricovero in roccia
Il sentiero verso il Rifugio Pernici
Trincea
Vista dalla Rocca sulla Mazza di Pichea

A ridosso del centenario della Prima Guerra Mondiale, si moltiplicano le proposte di itinerari alla scoperta di trincee, fortificazioni, camminamenti che sul fronte dolomitico videro impegnanti per quattro anni in aspri combattimenti l’esercito austroungarico e quello italiano.

La Valle di Ledro, ai confini meridionali del Trentino (che ospita diversi percorsi analoghi), offre da questo punto di vista decine di itinerari alla riscoperta di quello che all’epoca era l’estremo avamposto della linea di difesa austriaca, dal momento che allo scoppio della guerra la valle era parte integrante dell’impero austroungarico.

L’interesse di queste proposte nasce dal fatto che – a differenza di altri tratti del lungo fronte alpino – gran parte delle fortificazioni e dei manufatti presenti in Val di Ledro è facilmente raggiungibile e a portata di mano anche degli escursionisti meno esperti e delle famiglie.

L’itinerario proposto tocca alcuni degli avamposti più spettacolari della valle, da cui è possibile godere di viste mozzafiato proprio dalle trincee e dai camminamenti. Dal paese di Lenzumo, in località Concei, si imbocca sulla destra la strada asfaltata in direzione del Rifugio Pernici (1600 m). Salendo nel bosco con una serie di tornanti spettacolari, si giunge al termine della strada asfaltata ad un piccolo parcheggio nei pressi di una baita, dietro la quale parte un sentiero nel bosco che in poche decine di metri porta in località la Rocca (1475 m), dove è possibile visitare il primo gruppo di trincee, caverne, scale intagliate nella roccia, da cui si domina la val Concei.

Ridiscesi al parcheggio e proseguendo lungo la strada sterrata, dopo circa 200 m si incontra – ben segnalato da cartelli sia in italiano che tedesco – il secondo avamposto austriaco, in località le Fratte (1459 m), con gli ex ricoveri ottimamente conservati e una vista se possibile ancor più spettacolare sui paesi del fondovalle.

Lasciate le Fratte e proseguendo lungo la comoda carreggiata, dopo aver superato Malga Trat (con la possibilità di acquistare ottimi formaggi d’alpeggio) ci si inoltra in un bosco di abeti e faggi che in circa 15′ porta ai prati della Bocca di Trat (1582 m). Da qui s’imbocca sulla sinistra il sentiero n. 420 in direzione Mazza di Pichea, che fin dall’inizio offre la possibilità di visitare postazioni per mitragliatrici, osservatori, casematte in cemento armato, camminamenti, di cui ha lasciato traccia in un ricco archivio fotografico il capitano austriaco Ludwig Riccabona, a quel tempo comandante del presidio di zona e le cui foto sono ora raccolte nel volume “Un Kaiserjäger in Val Concei”.

Sempre salendo tra i mughi , in circa 20’ il sentiero dopo un paio di ripidi tornanti porta alla Mazza di Pichea (1879 m) da cui si gode anche la vista del Lago di Garda. Ritornando per lo stesso sentiero, una volta giunta alla Bocca di Trat in poche decine di metri si raggiunge il Rifugio Nino Pernici, durante la guerra sede del comando austriaco, con la sua bella raccolta di reperti del fronte, nei cui pressi si possono visitare altri manufatti dell’epoca.

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