Capelli schiariti dal sole e dal sale, due lunghi rasta che raccontano la storia di una vita, un sorriso che non ha bisogno di parlare, anelli d’argento che nascondono ricordi di Martina… e tu… questa è la mia Formentera.
A bordo di Ineke IV, una piccola piattaforma galleggiante di lusso, incrocio due occhioni verdi con ciglia da cerbiatto, che vedono Milano solo una volta ogni tanto perché la loro luce e la loro dimensione sono qui, su quest’isola.
Martina prepara le bombole e io ti vedo sullo scoglio più alto di Punta Prima intento a contemplare il paesaggio. Quando io mi immergo tu spicchi il volo. Le orecchie fischiano, io continuo a scendere. Soffia una brezza leggera, tu continui a osservare. Controlli e supervisioni, fino a quando non vedo due zampette bucare la liscia superficie di una delle acque più belle e limpide del Mediterraneo. Ora so che posso stare tranquilla, che sei ancora qui, ancora una volta, ancora con me.
Le mie pinne guadagnano metri: ricci, polpetti e stelle marine ci salutano al nostro passaggio, a loro basta vedere Martina per sentirsi a casa, e a Martina basta vedere loro per sapere di essere a casa. Respiro regolare, ossigeno che entra, bolle dall’erogatore: e mentre io nuoto insieme a un banco di barracuda tu sorvoli S’Espalmador e ti posi per un attimo sulla sottile striscia di sabbia che arriva fino a Formentera.
Ti sei spinto troppo in là, io riemergo un attimo e ti vedo lì, sul pulmino rosso di Chezz Gerdi, pensavi di confonderti con i fiori e i decori hippy, ma non credere che io non ti abbia visto. Mi sistemo la maschera, Marti controlla l’aria che mi rimane nella bombola e torniamo sotto. Tu riparti, punti sul faro de la Mola e voli a doppiare Cap de Barbaria. Mi sembra di intravedere l’ombra delle tue ali spiegate a pelo d’acqua mentre ti alzi e ti inoltri alla scoperta dell’entroterra, anche se su un’isoletta così piccola sembra difficile poter parlare di entroterra. Sant Francesc, Sant Ferran, Es Pujols e La Savina. Io voglio rimanere ancora un po’ qui sott’acqua, tu raccontami gli odori, parlami dei colori, spiegami perché Formentera è così speciale.
Spiagge chilometriche, mare cristallino, gialle pianure punteggiate da cereali e poi ancora viti, ulivi, pini e mandorli… La vita di Formentera si svolge principalmente in spiaggia, nelle cale dorate o in giro, comunque a stretto contatto con la natura. L’isola è un paradiso terrestre dal punto di vista naturalistico, tanto da essere stata dichiarata riserva naturale e patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
Ma Formentera è anche luce, è vita. È molto legata ancora alla tradizione anni ’70, tanto che il suo stile di divertimento ricorda molto da vicino lo svago più tranquillo tipico di quegli anni. Feste sulla spiaggia, abbigliamento alternativo piuttosto che ricercato, musica dance invece che psichedelica, calette nascoste adibite a piccoli club anziché chiassose mega discoteche e tramonti da togliere il fiato. Tutto questo e molto altro è Formentera. Grazie Jonathan per tutte queste preziose informazioni! Non c’è da stupirsi che Martina se ne sia innamorata.
Tu torni a prendermi, io lascio un pezzetto di cuore sul fondale, che rimanga qui a ballare insieme alle onde che si infrangono sul molo del piccolo villaggio di Es Calò, e riemergo. Abbiamo quasi finito l’ossigeno… ma soprattutto, è ora di tornare a bordo di Ineke IV. Grazie Martina. il sole sta calando, la luna si sta alzando e le stelle cominciano a fare capolino. La mia cabina vip mi attende, accendo il computer, metto a scaricare tutte le immagini acquisite oggi e aspetto di rivederle per rivivere ogni emozione, mia e tua. Il manto di stelle, ultimo regalo della mia casa galleggiante, non ha eguali. Ne cerco una, non la più luminosa, quella la guardano tutti, e inizio a sognare. Vedo stelle che cadono, è la notte dei desideri. San Lorenzo in realtà è passato da un po’ e Ibiza si avvicina.
La prua taglia le onde, Es Vedrà è solo un’ombra a forma di punta alla mia estrema sinistra, gli alberi delle barche a vela nella marina oscillano cullati dal mare. Il capitano fa manovra, solito posto, solita banchina, solito porto… flashback, amnesia… è questa l’isola che non c’è? Tu sempre lì e io a cantare: “I believe I can fly, I believe I can touch the sky”.
Le puntate precedenti di Donnavventura 2014:
- Con Donnavventura alla scoperta dell’arcipelago di Hyères e della Camargue
- È partita Donnavventura 2014: seguitela con noi
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