L’idea ci è venuta camminando, e non poteva essere altrimenti. Ogni uomo che ha l’ambizione di uscire dalla normalità sogna di partire e fare qualcosa di diverso, di mettersi alla prova, e sì, magari anche di fare ciò che nessuno ha mai fatto prima. In un mondo di strade già percorse, di pareti già salite e di mari già solcati, ci siamo accorti che, proprio “dietro casa”, esiste una delle linee più belle mai disegnate: il confine italiano.
Allora perché non percorrerlo nella sua interezza, dividendolo per tappe, facendo qualcosa che nessuno ha mai documentato?
Più pensavo all’impresa e più questa prendeva forma.
Perché non farlo in autonomia, senza apporti esterni e senza facilitazioni? Sarebbe un buon modo per fondere la visione “trad” della scoperta, con le possibilità hi-tech date da depuratori idrici, pannelli fotovoltaici da trekking, eccetera.
“Linea dovrà essere così”, ci siamo detti.
Perché non documentare tutto quello che troveremo sul cammino con un diario di viaggio, fotografando, parlando con la gente e con chi ha storie da raccontare? Sarebbe un buon modo per portare a casa un bagaglio molto più pesante di quello della partenza. E sia, Linea dovrà essere così.
Saremo tre compagni di viaggio, trekker esperti e validi navigatori e cartografi, con il sostegno esterno di un compagno a casa che ci seguirà gestendo il “campo base” e tenendo aggiornato il blog che permetterà a voi di essere più vicini al cammino, e a noi di essere un po’ meno soli sul confine.
La preparazione è cominciata molto tempo fa, considerando che la squadra che partirà lavora assieme da diversi anni in un’ASD che pratica HSA (ovvero quella specialità all’interno del SoftAir che lo avvicina al trekking impegnativo e alla sopravvivenza in ambiente ostile).
Le nostre esperienze passate ci hanno portato a girare quasi tutte le regioni italiane, nei boschi, fuori dai sentieri battuti, e in qualche modo siamo riusciti sempre a tornare a casa.
Individualmente le nostre strade sono partite dai monti vicino a casa tra il Rosa e il grande Bianco, gli stessi che percorreremo sul confine molte tappe più avanti, e ci hanno portato fino in Tibet, ai piedi del tetto del mondo. Ora ci riconducono a casa, per solcare assieme un percorso che sulla cartina non c’è, o meglio c’è ma non è una strada: è una linea, fatta di chilometri di cammino, di racconti di chi la storia l’ha vista scrivere, fatta di case, di paesi e di città, ma soprattutto sul bordo di un’Italia che ha bisogno di ricordare quello che i suoi confini significano, dell’importanza che hanno e del valore di quello che c’è oltre.
Cominceremo il cammino a luglio e partiremo da Muggia, dove l’Istria si incontra con la Slovenia e con il Mare Adriatico, vicino a Trieste, e in completa autonomia raggiungeremo, alcuni giorni più tardi, il fiume Natisone, oltre il Mont Matajur, dopo aver allestito sulla via diversi campi, dopo aver visto tutto il possibile, ascoltato tutti quelli che avranno voglia di raccontare o di raccontarsi e dopo aver camminato sul confine per circa 200 km.
Questa sarà la prima di diverse tappe che ci porteranno a completare il cammino di Linea, che terminerà dopo 1932,20 km a Ventimiglia, dove il confine incontra il paese francese di Mentone e il Mar Ligure.
Senza fare il passo più lungo della gamba, ma fiduciosi nelle nostre forze e nell’aiuto che stiamo ricevendo dalla nostra associazione 1stMARSOC, da Sportoutdoor24 e dai conoscitori della storia locale, vi racconteremo le tappe di questo nostro progetto.
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