Spesso i veri motivi che portano ad affrontare lunghi viaggi non risiedono in ciò che ci aspetta alla meta, ma piuttosto in quello che si incontra e si vive proprio lungo il tragitto. Lo sa bene il trentatreenne casertano Gianclaudio Aiossa, appassionato motociclista ed esperto di viaggi estremi, che ha recentemente portato a termine un’impresa da record.
Aiossa si è infatti messo in sella alla sua Yamaha MT-09 Street Rally e, partito il 14 luglio dalla sede dell’azienda a Lesmo (in provincia di Monza), ha percorso 12.188 chilometri attraverso sette paesi fino alla città siberiana di Vladivostok, sul Mar del Giappone, all’estremo oriente del continente indoeuropeo. Il viaggio è stato scandito da tredici tappe in altrettante città, da ovest a est: Cracovia, Ludza, Mosca, Cheboksary, Ufa, Ishim, Novosibirsk, Kansk, Irkutsk, Chita, Skovorodino, Khabarovsk e infine Vladivostok.
I 3 cilindri della MT-09 Street Rally (la più recente naked-motard della casa giapponese) hanno accompagnato Aiossa lungo i 983 chilometri al giorno che per due settimane consecutive gli hanno scandito il tempo, dal mattino fino alla sera. I tragitti sono stati molto spesso irregolari, sterrati o quasi impercorribili, ma ricchi di emozionanti paesaggi e incontri. Tra questi anche quello con il collega viaggiatore a due ruote, Francesco Ristori, impegnato in un lungo “cammino” verso il Giappone in sella a una Yamaha HyperTénéré. I due si sono trovati a Omsk, in Russia, e hanno condiviso assieme alcuni chilometri.
Viaggiando sulla sua moto verso Vladivostok, Aiossa ha affrontato svariate condizioni climatiche ed escursioni termiche, anche durante la stessa giornata, lungo tratti spesso deserti e apparentemente infiniti, incorniciati però da paesaggi mozzafiato (talvolta punteggiati di solitari ed enormi tir). Tra sterrati polverosi, sfibranti pietraie e asfalti più scivolosi del ghiaccio, sotto il sole e sotto la pioggia, il motociclista casertano ha anche condiviso sistemazioni di fortuna con la gente del posto, durante i brevi momenti di riposo.
Insomma, stando anche alle parole di Aiossa una volta arrivato a Vladivostok, ciò che rimane nel cuore, alla fine di un’avventura del genere, sono proprio le fatiche, la natura, i paesaggi e i più o meno brevi incontri che si vivono lungo la strada.
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