Ho fatto a piedi sul Sentiero Italia CAI dalla Sardegna al Friuli: non è uno scherzo e non è stato facile.
Ci hop messo 8 mesi per fare 7mila km e 350 mila metri di dislivello.
Erano anni che sognavo di percorrere l’intero Sentiero Italia CAI, uno dei (se non IL) sentieri più lunghi al mondo e forse anche il più difficile, come complessità generale. Un progetto che mi rimbalzava in testa dal 2015, e che finalmente son riuscito ad intraprendere nel 2021.
Sono partito l’8 febbraio da Santa Teresa di Gallura, al nord della Sardegna, e come obiettivo avevo quello di raggiungere Muggia, all’estremo est delle Alpi italiane. Il tutto seguendo il tracciato del Sentiero Italia CAI, un percorso escursionistico che attraversa le magnifiche Terre Alte d’Italia.
A piedi sul Sentiero Italia CAI dalla Sardegna al Friuli: non è stato facile
A spingermi in questo lungo viaggio, oltre che un pizzico di agonismo (che è essenziale in sfide di questo tipo), è la ricerca dell’essenza dell’avventura lungo sentieri poco esplorati, facendolo nel modo più ecosostenibile possibile. Come OutdoorSentinel LaFuma, ho cercato così di trasmettere a più persone possibili l’importanza di vivere la montagna e la natura in modo semplice e rispettoso, provandosi a riconnettersi ad essa in modo da scoprirne il vero fascino.
Proprio per questo motivo, oltre che cercare di essere il più ecosostenibile possibile nei piccoli gesti e nelle scelte quotidiane, nella scelta dei materiali e della strumentazione che mi sono portato appresso, ho voluto esserlo anche nel grande, eliminando completamente i mezzi di trasporto inquinanti.
Sentiero Italia CAI, partenza dalla Sardegna
Arrivato infatti nel sud della Sardegna, dopo aver camminato per venti giorni tra il Supramonte ed il Gennargentu, ho affrontato il mare aperto da Villasimius a Trapani su di una barca a remi. La prima volta per me in mare aperto, che mi ha lasciato tante belle sensazioni, tra onde alte più di due metri e stellate infinite di notte, quando il mare era completamente nero. Rivedendo la terraferma dopo 200 miglia marine (circa 400km) e 100 ore di navigazione, senza aver contatti con nessuno.
Ad accogliermi a Trapani, in grande stile siciliano, il Club Alpino Italiano e la Lega Navale, oltre che tante altre persone che mi hanno fatto vivere la Sicilia nel modo più accogliente possibile, passando per le innevate Madonie, i Nebrodi, l’Etna ed i Peloritani.
Sempre a remi poi ho attraversato lo stretto di Messina, aiutato dalla Canottieri Peloro e dalla FIC (federazione italiana canottaggio), sbarcando così nell’Italia continentale.
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Sentiero Italia CAI sugli Appennini
Una fredda primavera mi ha accompagnato lungo tutto l’Appennino, esplorando boschi, foreste, e scalando le alte montagne abruzzesi.
Giunto poi in Emilia Romagna, proprio quando il caldo stava finalmente arrivando, un brutto incidente mi ha colpito. Sono stato travolto da una slavina, neve pesante, primaverile, che proprio per le temperature in aumento, ha deciso di staccarsi a decine di metri sopra di me, travolgendomi. Fortunatamente, dopo più di tre ore a scavare nella neve, sono riuscito a tirarmi fuori e chiamare i soccorsi, trovandomi così in ospedale. Tre costole rotte, vari traumi alle gambe, ma fortunatamente nulla di rotto, così, dopo dieci giorni nel letto dell’ospedale di Castelnuovo ne Monti (RE), du cui i primi cinque senza riuscire a muover le gambe, sono tornato a casa.
Fisioterapia, esami, esercizi, riabilitazione. Ho sfruttato ogni singolo istante per riuscire a riprendere la forma fisica che la neve mi ha portato via in pochi minuti.
Continuavo infatti a sognare di tornare ad allacciare gli scarponi e metter lo zaino in spalla, per riprendere il viaggio là dove si era brutalmente interrotto.
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Sentiero Italia CAI dal Piemonte al Friuli
Ci è voluto più di un mese, con metà dell’estate volata via. La volontà e la determinazione però c’era. Mi sono studiato per bene chilometri e tempistiche, per riuscire ad esser sicuro di riprendere il Sentiero Italia CAI e superare le alte montagne alpine prima della prima neve autunnale.
I primi giorni ho dovuto combattere con dolori e fitte alle gambe, che pian piano si sono alleviati, non sparendo mai del tutto però.
I primi importanti dislivelli sulle alpi mi spaventavano abbastanza, non sapevo come il corpo e le gambe, avrebbero reagito. Paure subito scavalcate assieme ai primi colli alpini, facendomi attraversare in serenità Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino-Alto Adige e Veneto. Arrivando infine in Friuli-Venezia Giulia, giusto in tempo per voltarmi e vedere imbiancarsi con la prima neve le montagne appena passate.Dopo esattamente otto mesi di viaggio, il 9 ottobre sono giunto a toccare il mare, a Muggia, presso il porticciolo del Lazzaretto. Tante persone ad accogliermi. Amici, parenti, il presidente regionale del CAI FVG…ora è tempo di festeggiare! Togliere lo zaino dalle spalle e dedicarsi alle tante persone che per mesi mi sono state accanto in questa lunga avventura. La testa è sgombra dai pensieri, pensando un poco però che quell’arrivo, tanto sognato nei mesi precedenti, era un po’ una fregatura, perché ti rendi conto solo allora che il bello del viaggio è stato prima.
Foto Elia Origoni.
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