Niente viaggi alle Maldive o romantiche crociere sulla Senna: questa coppia di Montagnoso (Massa) è andata in viaggio di nozze sulla Via Francigena. Andrea Ristori e Selvaggia Magnolfi hanno fatto una scelta non convenzionale, scegliendo un “cammino di miele” nella natura al posto della classica (e, diciamolo, noiosa) vacanza all’insegna del relax.
Il 19 settembre, una settimana dopo il grande giorno, i due sposi sono partiti da Lucca armati di zaini da trekking e di tanta voglia di camminare. A seguirli in questa avventura ci sono stati i loro fedeli e instancabili jack russell, Fiuto e Spia. Finalmente, dopo 450 km di percorso attraverso la Toscana e il Lazio, il 3 ottobre sono arrivati a Roma. Andrea ci ha raccontato l’esperienza.
Come vi è venuta l’idea di un viaggio di nozze a piedi?
Siamo una coppia di appassionati di trekking. Quando possiamo scappiamo all’Alpe di Siusi a passare qualche giorno sulle Dolomiti, dove abbiamo una casa in affitto. Più spesso organizziamo escursioni in Versilia e sull’Appennino. Abbiamo già percorso la parte francese del Cammino di Santiago e ci siamo detti: “Dobbiamo ripetere l’esperienza”. E perché non farlo per il nostro viaggio di nozze?
E perché avete scelto proprio la Via Francigena?
In realtà è stato tutto molto naturale. Da una parte, io e Selvaggia eravamo curiosi di affrontare una via ancora poco nota come la Francigena. Dall’altra, per motivi di lavoro avevamo a disposizione solo due settimane: non avremmo potuto affrontare un pellegrinaggio più lungo.
Cosa significa per voi affrontare un viaggio di questo tipo?
Camminare è un scuola di vita: ti obbliga a uscire dalla realtà quotidiana per vivere in una nuova dimensione in cui il tempo non conta più, o meglio, in cui sei tu a decidere come scandirlo. Partire a piedi significa iniziare un viaggio interiore e mettersi alla prova; essere in due rafforza l’entusiasmo e la voglia di voler arrivare alla meta avanzando con costanza.
Qual è la parte che vi ha affascinato di più della Via Francigena?
La parte che attraversa la Toscana è sicuramente la più curata della via – non mancano la segnaletica e i punti dove rifornirsi d’acqua, il suolo stradale è ben tenuto – e la più straordinaria per i paesaggi che si incontrano. Ci siamo innamorati della Val D’Orcia, di San Quirico e Bagni Vignone.
Quali sono stati gli aspetti più difficili del viaggio?
Avere a disposizione solo due settimane per arrivare a Roma ci ha imposto un ritmo di cammino piuttosto sostenuto, con tappe forzate di 28 km al giorno, in media. Anche portarsi dietro Spia e Fiuto è stato impegnativo: verso la fine della Francigena Fiuto era stremato e abbiamo dovuto portarlo in braccio. Il momento più duro è stato affrontare la salita di Radicofani, coi suoi 908 metri di dislivello, ma anche l’ultimo tratto prima di entrare a Roma: poco curato, trafficato e decisamente meno panoramico.
Cosa consigliate a chi sta organizzando il suo cammino sulla Via Francigena?
Il consiglio è di partire con zaino e scarpe comode e funzionali al percorso, altrimenti si rischia di vivere male l’avventura. Tenete conto che la via Francigena non è come Santiago: ci sono pochi ostelli e bed and breakfast lungo il percorso ed è consigliabile prenotare in anticipo. È utile anche scaricare l’app della Via: tramite segnale gps ti localizza sulla mappa del percorso aiutandoti nell’orientamento.Un’ultima cosa: evitate di affrontare il cammino in piena estate: ci sono pochi tratti all’ombra e spesso non si trovano fontane per molti chilometri.
Avete già in mente quale sarà il prossimo viaggio?
Sì, stiamo già pensando di percorrere la parte nord delle Vie Francigene fino a Canterbury. Una volta che si inizia a camminare, non si può più nemmeno immaginare di tornare ai viaggi tradizionali.
Credits photo: Andrea Ristori e Selvaggia Magnolfi
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