Al ritmo lento e costante del cammino, Prato offre scenari unici per godersi la bella stagione all’aria aperta, tra boschi vicini al centro cittadino, ville medicee, riserve naturali protette.
Prato e suoi trekking culturali tra vie storiche e ville medicee
Dalla Prato delle fabbriche alla Prato outdoor: non meno sorprendente e affascinante, tra cammini e itinerari alla scoperta delle ville medicee patrimonio Unesco. Come la Villa medicea di Poggio a Caiano con l’imponente ciclo di affreschi del salone Leone X, e villa La Ferdinanda di Artimino, eletta a residenza estiva dal Granduca Ferdinando I. Una Prato che continua a stupire ovunque la si osservi. Anche nella bella stagione, infatti, il più grande distretto tessile d’Europa ha molto da offrire a chi desidera immergersi nella toscanità, fatta di storia e cultura, camminando o inforcando i pedali di una bicicletta sui sentieri e lungo le vie storiche della Val Bisenzio, con oltre 300 chilometri da percorrere in natura.
La Festa della Via Medicea
E l’esperienza “open air” a Prato e nel territorio che la circonda non potrà che proseguire a settembre, più precisamente il 24, con la Festa della Via Medicea. Una giornata dedicata alla scoperta e alla celebrazione della Via Medicea, un affascinante percorso che attraversa le province di Firenze, Pistoia e Prato. L’iniziativa promette una serie di appuntamenti coinvolgenti, tra escursioni guidate, degustazioni di prodotti tipici, attività sportive e ricreative, convegni e molto altro. Insomma, un’occasione imperdibile per valorizzare un percorso che incrocia importanti cammini, come la famosissima Via Francigena. L’evento coinvolge nove comuni: Prato, Capraia e Limite, Poggio a Caiano, Carmignano, Cerreto Guidi, Fucecchio, Quarrata, Vinci e Montelupo Fiorentino.
Trekking culturale: cammini e vie storiche
Gli itinerari a piedi, battuti da secoli, sono davvero alla portata di tutti. Lungo la Via della Lana e della Seta (130 km, con 6 tappe di diversa durata e dislivelli), si può arrivare fino a Bologna, seguendo il tracciato ferroviario che attraversa l’Appennino Tosco-Emiliano; il percorso unisce due città che dai rispettivi fiumi e attraverso opere idrauliche simili e coeve hanno costruito nell’arco dei secoli il proprio sviluppo economico.
Sulla Via Medicea (78 km, media difficoltà, realizzabile in 4 o più giorni), tra storia e leggenda, incontriamo quattro ville riconosciute Patrimonio Unesco e i territori dove i Medici vissero, cacciarono e si dilettarono plasmando meravigliosi paesaggi rappresentati anche da Leonardo da Vinci nei suoi dipinti. Da non perdere il Cammino di Malaparte (sentiero da sud: 3 km circa, dislivello: 445 metri; media difficoltà – sentiero da nord: 3 km circa; dislivello 82 metri; media difficoltà), un trekking da “Maledetti Toscani” che conduce al mausoleo dedicato al celebre scrittore, giornalista e cineasta pratese Curzio Malaparte. Per info percorsi a piedi: pratoturismo.it/cammini-e-ciclovie/).
Prato in bici
La Via della Lana e della Seta, la Via Medicea o il Cammino di San Jacopo in Toscana si possono percorrere anche in bici, su sentieri di varia difficoltà, per coniugare divertimento e forma fisica, raggiungendo i luoghi più belli tra strade meno battute e punti panoramici, accompagnati da un senso di libertà a stretto contatto con la natura. Per le due ruote ci sono anche itinerari cicloturistici occasionali e ad anello nelle principali riserve naturali o aree protette e quelli di lunga percorrenza, come la Ciclovia del Sole o la Via Romea Germanica Imperiale.
Si può scegliere il giro in bici di Prato all’interno della cinta muraria (5,38 Km; dislivello di 7 mt; facile); da provare anche la ciclabile dei parchi, che attraversa la città dispiegandosi lungo i piccoli centri e le campagne (11,56 Km; dislivello: 0 mt; facile); nel parco fluviale potremo vedere da vicino e dall’alto le principali attrattive di Prato e i tratti caratteristici delle sue colline e dei suoi borghi ancora pulsanti di vita rurale (17,52 Km; dislivello: 307 mt; difficoltà media). In bicicletta si può andare anche in Val Bisenzio, meta degli escursionisti; il Montalbano, inoltre, offre un grande numero di itinerari per gli appassionati di MTB, bici da corsa, gravel o downhill.
Le ville medicee pratesi patrimonio Unesco sulla Via Medicea
Lasciando la città in direzione sud, si raggiunge il primo dei comuni medicei, Poggio a Caiano, il cui territorio, insieme a quello attualmente compreso nel Comune di Carmignano, fu tra i possedimenti preferiti da Lorenzo il Magnifico, da Francesco I e dal granduca Ferdinando. La seconda tappa dell’itinerario è il grande parco delle Cascine di Tavola. Nel 1473-74, il Magnifico, il più illuminato personaggio della casata, acquistò una “casa da signore” su una piccola altura e i vasti terreni circostanti, progettandone la trasformazione in una nuova villa che diventasse residenza nobile e centro di una vasta tenuta. È nato così il complesso mediceo di Poggio a Caiano costituito dalla villa e il suo parco, dalle Scuderie (ristrutturate nel 2000 e oggi adibite a spazio espositivo e congressi) e dalle Cascine di Tavola. La terza e la quarta tappa dell’itinerario mediceo corrispondono alle due ville medicee comprese nel territorio pratese, dal 2014 entrambe Patrimonio mondiale dell’umanità.
Villa Ambra a Poggio a Caiano
Villa Ambra di Poggio a Caiano fu ultimata nel 1520 su progetto del Sangallo, ed è il prototipo della villa rinascimentale. L’ambiente di maggior pregio è il salone Leone X, circondato da un imponente ciclo di affreschi realizzati dal Pontormo, Franciabigio, Alessandro Allori e Andrea del Sarto. La villa rimase sempre residenza estiva dei Medici e fu teatro di importanti avvenimenti della loro storia dinastica. Qui furono festeggiati i matrimoni tra Alessandro de’ Medici e Margherita d’Austria (1536), tra Cosimo I ed Eleonora da Toledo (1539), tra Francesco I e Bianca Cappello (1579). Al tempo di Cosimo III (seconda metà del Seicento) la villa fu dotata di un teatro al piano terra. Il principe Ferdinando ne fece un attivissimo centro culturale. Alla morte dell’ultimo discendente dei Medici l’edificio passò alla famiglia degli Asburgo-Lorena. Dal 2007 nella villa si trova il Museo della Natura Morta, allestito in sedici sale del secondo piano, che espone circa 200 dipinti dal tardo Cinquecento alla metà del Settecento.
Villa la Ferdinanda sul colle di Artimino
Villa la Ferdinanda, detta anche dei Cento Camini, fu fatta costruire dal granduca Ferdinando I (1549-1609) sul colle di Artimino alla fine del Cinquecento, su progetto dell’architetto Bernardo Buontalenti, architetto di corte che si occupò della realizzazione di moltissimi edifici medicei nonché dei bastioni delle mura di Prato. La villa era la favorita di Ferdinando per il periodo estivo e al piano nobile fu fatta decorare ad affresco da Domenico Cresti detto il Passignano e da Bernardo Poccetti con soggetti mitologici e allusivi alle virtù di Ferdinando.
Al piano terra, trovano posto le cantine granducali e le sale d’armi. Tra gli edifici annessi alla villa, è l’elegante struttura della Paggeria che oggi ospita un albergo. Anche in questo caso l’imponente edificio è legato al territorio essendo al centro del Barco Reale, grandiosa riserva di caccia, curata con grande interesse dal Granduca stesso.
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