Vallate, colline dolci, borghi storici, terrazzamenti di vigneti, ulivi e boschi: il territorio dei Colli Orientali del Friuli, la fascia orientale della provincia di Udine a ridosso con il confine sloveno, sembra essere fatto appositamente per essere visitato in bicicletta. Questa zona offre strade comode in pianura, alternate a piccole pendenze (l’altitudine dal mare varia dai 100 ai 350 metri) affrontabili anche da famiglie non esperte di ciclismo, regalando qualche perla tecnica ai cicloturisti che amano il brivido e la fatica, come la salita di Porzus. Un territorio che stupisce per la sua naturalezza e la scarsa densità abitativa, che l’ha fatto rimanere autentico. Il tutto inserito in un contesto da gustare nel vero senso della parola, dato che proprio in quest’area si producono grandi vini italiani, appartenenti alla Doc Colli Orientali del Friuli, grazie al clima mitigato dalle Prealpi Giulie e all’influenza benefica del mare. Non di rado, pedalando, infatti, potrete notare dei gabbiani in volo tra montagna e vigneti.
Colli Orientali del Friuli in bicicletta, un territorio per tutti e tutto da degustare
Il tour per scoprire i Colli Orientali del Friuli in bicicletta passa attraverso quattordici comuni: Tarcento, Nimis, Povoletto, Attimis, Faedis, Torreano, Cividale del Friuli, San Pietro al Natisone, Prepotto, Premariacco, Buttrio, Manzano, San Giovanni al Natisone e ovviamente Corno di Rosazzo. Si tratta di un percorso tranquillo, lungo circa 65 km ad anello, con partenza e ritorno da Corno di Rosazzo, cittadina a una decina di km dall’uscita autostradale di Palmanova. Le strade sono quasi tutte asfaltate, ma se avete una gravel o una mtb potrete godervi anche qualche scorciatoia in mezzo ai vigneti, ai boschi e alle campagne che caratterizzano questo territorio così particolare.
Prima tappa: Corno di Rosazzo – Manzano e l’Abbazia di Rosazzo
La partenza del tour ideale è Corno di Rosazzo, cittadina piccola e dinamica, dove ha sede il Consorzio dei Colli Orientali e l’info point turistico. Proprio qui, infatti, si può studiare tutto il percorso da affrontare approfondendo tutte le caratteristiche storiche, geografiche ed enogastronomiche grazie alla “Tasting Academy”: luogo dedicato alla formazione, aperto tutti i giorni su prenotazione, con 35 postazioni dispencer per poter degustare vini provenienti da tutta la zona.
Una volta fatto il pieno di cultura, proseguite verso il comune di Manzano per poi raggiungere l’Abbazia di Rosazzo. Splendido complesso architettonico risalente all’anno 1000, a più riprese distrutto e ricostruito, grazie all’opera di monaci benedettini e domenicani ha rappresentato in epoca medioevale uno dei pochi centri di conservazione del patrimonio viticolo locale.
Seconda tappa: Premariacco, campagna incontaminata e il ponte romano
Procedendo da Manzano lungo la statale, per poi girare sulla provinciale che porta a Premariacco, su incontrerà il famoso ponte sul Natisone, costruito in epoca romana. Fondamentale accesso da sud per Cividale, è ancor oggi chiamato “Ponte Romano”: attraversa il fiume dove si incassa tra le rocce, in un contesto ambientale di grande fascino. La strada qui è tutta pianeggiante e il panorama alterna vigne, campi di grano e vegetazione spontanea: ci sono tantissimi prati permanenti, regno indiscusso della biodiversità.
Un piccolo consiglio per spezzare il vostro tour dopo una quindicina di km: appena girate per la provinciale che vi porterà a Premariacco, fermatevi alla Cantina La Tunella e scoprite le grandi proposte, a partire dal Friulano passando per Sauvignon, Schioppettino e Pignolo, per finire con il superlativo blend “Biancosesto”.
Terza tappa: Povoletto e Savorgnano
Proseguite per la provinciale e (se avete una mtb o una gravel) perdetevi nella bellissima pista ciclabile che vi porterà verso Povoletto. Questo Comune è al centro di un paesaggio silenzioso e riposante, con numerosi corsi d’acqua che scendendo dai rilievi vanno a gettarsi nel torrente Torre.
Continuando a pedalare verso nord, poi, si raggiungerà la meravigliosa frazione di Savorgnano, dove sorgono i ruderi del castello che testimoniano un’origine anteriore all’anno Mille. Un territorio verde e incontaminato che vi conquisterà, incrociando pochissime anime vive, ma tantissime piante e prati selvatici. Proprio qui alcuni vignaioli giovani e coraggiosi si stanno battendo per far conoscere il loro eccellente lavoro, tanto che dal 2020 sono stati riconosciuti come sottozona. Assolutamente da provare.
Quarta tappa: si scopre il lato “montagna” ad Attimis
Da Savorgnano è semplice raggiungere Attimis, che sorge sul lato montano dei Colli Orientali. Qui si può visitare il “Museo dei castelli”, nel quale sono raccolti i reperti di numerose campagne di scavo condotte negli anni Novanta nei siti fortificati di Attimis inferiore, Attimis superiore e di Partistagno. I suggestivi resti di un castello risalente al 1100 sono stati recentemente ristrutturati e resi visitabili.
I ciclisti più coraggiosi ed esperti possono cimentarsi nella salita, già protagonista del Giro d’Italia, Attimis – Porzus: 8,5 km di passione, con una pendenza che va costantemente dai 9 ai 16%. Oltre la fatica, però, a togliere il fiato saranno anche i boschi, i prati, le terrazze e le malghe storiche che si incontreranno lungo il percorso. Chi non è esperto ed allenato, può proseguire verso Faedis senza provare questa “adrenalina”.
Quinta tappa: Faedis – Cividale del Friuli
Dopo la fatica, arriva la dolcezza del paesaggio e la tranquillità delle pendenze più tranquille, che conducono a Cividale del Friuli passando per Faedis. Nel territorio del comune di Faedis si possono osservare alcuni fra i più antichi vigneti del Friuli: il più storico vanta ben 150 anni e raggruppa varie piante del tipico Refosco di Faedis, Picolit, Friulano e tante chicche che vi potrà raccontare di persona il sindaco, Claudio Zani, che ne è il proprietario (nonché vignaiolo appassionato).
Da questo borgo, con una piccola e semplice salita, si raggiunge Cividale, il Comune più grande della zona. Romani, Longobardi, veneti: sono tanti i popoli che lasciarono la loro impronta con monumenti e opere d’arte facendo di Cividale uno dei capisaldi del turismo del Friuli. Imperdibile la visita al “Ponte del diavolo”: da qui si può scendere sul letto ghiaioso del fiume da una scalinata. Dal basso, le due arcate si manifestano in tutta la loro imponenza.
Ritorno a Corno di Rosazzo
Dopo il dovere, il piacere. In questi ultimi dieci chilometri pianeggianti immersi tra vigneti e campi di grano potete concedervi il piacere di degustare qualche ottimo vino nelle numerose cantine che si susseguono lungo la provinciale, visitando i loro vigneti che si estendono fino al caratteristico Bosco di Romagno, luogo incantevole dove perdersi in passeggiate in mezzo alla natura incontaminata. Una su tutte, per la qualità del prodotto e per la gentilezza e ospitalità dei titolari, è la cantina Rodaro, in località Spessa: non perdetevi il Sauvignon (L’Evoluto) e il Merlot, il Refosco e il Pignolo prodotti da uve in surmaturazione.
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