Il nome dice già tutto: DoGa, dalle Dolomiti al Garda in bicicletta, una nuova cycling route nel Trentino occidentale, che collega le Dolomiti di Brenta al Garda Trentino, attraversando quattro valli alpine e le montagne del Parco Naturale Adamello Brenta con le loro meraviglie paesaggistiche di bellezza unica. 110 km di ciclovia, non necessariamente pista ciclabile ma b-road e forestali poco battute, perfetta per bici gravel, da cicloturismo e trekking oppure MTB. E ovviamente e-bike, perché ci sono 2260 km di ascesa e 2920 di discesa, con 2920 metri di dislivello positivo (“tagliabili” a 2.410 metri con il tracciato Dolce Vita per il Passo Daone), raggiungendo l’altitudine massima di 1635 metri al Passo Campo Carlo Magno. Insomma, un po’ di gamba ci vuole.
Dalle Dolomiti al Garda in bicicletta: la ciclovia DoGa
Il punto di partenza è Malé, in Val di Sole, che è una valle bike-friendly per eccellenza a partire dalla bellissima ciclabile del fiume Noce, e l’arrivo è a Riva del Garda. In mezzo il Parco Naturale Adamello Brenta, Madonna di Campiglio, la Vallesinella e la Val Genova, il Castello di Stenico e il Borgo e Lago di Tenno, alcuni tra gli angoli più belli del Trentino, da scoprire pedalando in sella alla propria bicicletta. Un percorso di di paesaggi naturali, incontaminati e villaggi vivaci, ripidi pendii montuosi e dolci paesaggi collinari da fare in puro stile cicloturistico, con calma e in più giorni per prendersi tutto il tempo del piacere della scoperta, oppure anche in modo sportivo, in una tirata unica, per chi le sfide di km e dislivello.Nel dettaglio ci sono 51 km di strade secondarie, 25 km di ciclovie, 20 di su strade bianche e solo 14 km di strade principali, che si possono suddividere in 3 tappe: da Malé a Pinzolo, da Pinzolo a POnte Arche, e da Ponte Arche a Riva del Garda.
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Ciclovia DoGa: da Malé a Pinzolo (42,2 km, dislivello 1.089 metri)
La prima tappa della ciclovia DoGa è quella che va da Malé a Pinzolo, per 42,2 km e dislivello di 1.089 metri. Il primo tratto costeggia il torrente Noce, famosissimo agli appassionati di rafting, poi a Commezzadura e si comincia a salire tra i boschi e le Dolomiti di Brenta, passando Folgarida fino al punto più alto di tutta la ciclovia DoGa, il Passo Campo Carlo Magno a 1.664 metri di altitudine. A questo punto si è già pedalato per circa 26 km e ora è tutta discesa, verso Madonna di Campiglio e poi Pinzolo, a 780 metri.
Da Pinzolo a Ponte Arche (37,6 km, dislivello 1.421 metri)
La seconda tappa della ciclovia DoGa, da Pinzolo a Ponte Arche, percorre la Val Rendena, incastonata tra l’Adamello e il Gruppo del Brenta, con subito uno strappo verso Passo Daone prima del quale si trovano i laghi di San Giuliano e Garzonè. Scollinato il passo si scende a Preore e si segue il corso del fiume Sarca lungo l’omonima ciclabile della Valle dei Laghi fino a Ponte Arche.
Da Ponte Arche a Riva del Garda, arrivo della ciclovia DoGa (29,8 km, dislivello 393 metri)
La terza tappa della DOGA Alpine Cycling Route è quella che da Ponte Arche porta a Riva del Garda in circa 30 km con un dislivello minimo di 393 metri. È una tappa rilassante e sostanzialmente pianeggiante, che comincia con la morbida ascesa al Passo Ballino e poi la lunga discesa verso Riva, prima della quale si incontra il bellissimo lago turchese di Tenno e il borgo medievale di Canale.
Quando fare la ciclovia DoGa dalle Dolomiti al Garda in bicicletta
Quando fare la ciclovia DoGa dalle Dolomiti al Garda in bicicletta? Potenzialmente sempre, visto che insieme allo studio e formalizzazione del tracciato, con tanto di tracce GPX e indicazioni ben chiare lungo il percorso, sono stati sviluppati anche numerosi servizi ad hoc per ciclisti e cicloturisti (si trova tutto sul sito ufficiale www.doga-cycling.it). Poi ovviamente occorre fare i conti con il clima: l’inverno è stagione per pochissimi, rari temerari del winter cycling, l’estate è la stagione più affollata e anche più calda, da maggio a giugno e poi da settembre a inizio ottobre sono indubbiamente le stagioni più favorevoli per clima e temperatura e anche più sorprendenti per il paesaggio cangiante che sanno regalare.
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