C’è chi aspetta le ferie per piazzarsi sotto l’ombrellone, e poi c’è Massimo Lombardo, 51 anni, informatico e appassionato di running e di ciclismo, che decide di andare dall’Oltrepò a Londra attraversando l’Europa in bici con una mountain bike allestita per l’occasione.
Dall’Oltrepò pavese a Londra in bici, attraversando l’Europa
Diciotto giorni, duemila km in sella attraversando Svizzera, Francia, Belgio, Paesi Bassi e Regno Unito.
Massimo, come ti è venuta l’idea?
Ho sempre avuto la passione per le vacanze on-the-road. Prima della pandemia, le mie vacanze erano dei lunghi viaggi a tappe. Ultimamente ho seguito su Internet le imprese di ciclisti impegnati in viaggi estremi, e ho pensato di poter fare lo stesso nella tranquilla Europa.
Hai seguito una preparazione specifica in vista di questo viaggio?
Nei due mesi precedenti ho fatto due uscite in collina per verificare l’impostazione della bici, 150km in tutto.
Immagino che tu sia sia partito da un’ottima forma fisica.
Da un anno mi alleno con gli amici della Running Oltrepò, con cui ho corso 3 mezze maratone, quindi ho fatto una visita medica agonistica.
Hai seguito un percorso già pianificato oppure ti sei lasciato guidare dall’ispirazione del momento?
Ho preferito prenotare in anticipo. Ho dormito in alberghi e ostelli, e ho prenotato i mezzi di trasporto come il traghetto per l’Inghilterra o il pullman per il ritorno. Ho preferito visitare zone che non avevo ancora visto, specialmente in Svizzera e Paesi Bassi. Ho impostato le tappe in modo da non superare i 120km e +1000m di dislivello al giorno, lasciandomi guidare da Google Maps. A volte è mancata l’energia per fare le deviazioni necessarie a raggiungere i troppi “punti di interesse” che avevo segnato, come il punto più alto del Belgio, oppure il “CasAnus”, un “curioso” alloggio turistico a forma di tubo digerente…
Raccontaci la tua giornata tipo
A Nord potevo contare su un paio d’ore di luce in più.
La partenza dipendeva dall’orario della colazione, aggiungi il tempo per preparare la bicicletta, iniziavo a pedalare intorno alle 8.30.
Il mattino è il momento migliore, fresca l’aria e fresco e riposato io, per la prima ora tenevo un’andatura tranquilla. Durante la giornata soste variabili, per necessità fisiologiche, mangiare, riposare, ecc.
La parte più impegnativa era tra le 12 e le 15, quasi tutti i giorni ho visto massime di 35°. In questo caso facevo soste più frequenti.
Arrivavo alla tappa successiva tra le 15 e le 20, se mi trovavo in città cenavo fuori, mentre se ero in campagna facevo provviste al supermercato.
Dopo la doccia, la prima attività era il lavaggio dei vestiti, per permettere l’asciugatura durante la notte.
Andavo a dormire verso le 11 negli alberghi; invece negli ostelli era difficile dormire prima dell’una di notte.
Un aneddoto buffo?
Ho comprato una bandierina italiana da un ambulante sul lago Maggiore. Non hai idea di quanti inviti ho ricevuto a bere, mangiare e perfino alloggiare per la notte, senza contare tutti i saluti da parte di ciclisti, automobilisti e camionisti! Penso che poche altre bandiere possano vantare così tanto successo. Poi però, arrivato nel Regno Unito, hanno iniziato a chiedermi perché avessi la bandiera irlandese…
Come hai attrezzato la bicicletta?
Ho acquistato un portapacchi specifico su cui ho montato due borse laterali, che portavo in camera ogni sera.
Ho poi realizzato una tasca su misura per il quadro del telaio, dove tenevo le camere d’aria, gli attrezzi per la manutenzione, k-way, cose utili ma di poco valore, che ho sempre lasciato sulla bici.
Infine, montavo un portaoggetti facile da rimuovere e che portavo sempre con me, dove tenevo telefono, soldi, documenti e powerbank.
Per assicurarmi che non sparisse la bici avevo 3 catene per bloccare ruote, sella e casco.
Raccontaci un momento difficile, quando hai pensato “ma chi me l’ha fatto fare”
Mi viene in mente una superstrade a 4 corsie, oppure ponti interrotti che mi hanno obbligato ad aggiungere tanti chilometri, e anche la guida a sinistra sulle strade inglesi.
Però non ho mai provato senso di insicurezza o di pericolo. Non ho mai pensato “chi me l’ha fatto fare”, piuttosto mi dicevo “anche questo fa parte della vacanza”
Il momento più emozionante del viaggio?
Tutto il viaggio è stato un insieme di emozioni, scoperte, e incontri che ti fanno dimenticare la fatica e i disagi, ma quando sono arrivato sul Mare del Nord in Belgio, ho capito di avercela fatta. Era mezzogiorno e non ho esitato un attimo a fare un bagno!
Fin dove vorresti pedalare la prossima volta?
Al momento mi sento soddisfatto, non sento un bisogno crescente di chilometri. Sicuramente ci saranno altri viaggi, la bicicletta è stato solo il mezzo. Le idee sono tante: forse la discesa del fiume Elba in canoa, o il mar Egeo in barca … o in bici fino a Istanbul, chissà!
LEGGI ANCHE: Da Parigi a Londra in bici: la ciclabile degli impressionisti
©RIPRODUZIONE RISERVATA