L’EuroVelo 1, meglio noto come l’itinerario della costa atlantica o Atlantic Cost Route, è la prima delle 14 ciclovie che compongono la Rete EuroVelo, il progetto nato dalla partnership tra ECF (European Cyclists’ Federation) e istituzioni europee per agevolare la scoperta dell’Europa in sella alla bicicletta.
L’Atlantic Cost Route parte (o finisce, scegliete voi la direzione) nel punto più a settentrione dell’Europa continentale: si va da Capo Nord, in Norvegia, a Sagres, in Portogallo, per un totale di 8mila chilometri in cui vengono toccate anche Scozia, Irlanda, Galles, Inghilterra, Francia e Spagna.
Come avrete già intuito il viaggio non può essere completato esclusivamente con il semplice ausilio della bicicletta. Gli spostamenti con il traghetto tornano utili sia in Norvegia che nelle isole britanniche, senza dimenticare che il trasporto via mare è essenziale per collegare la Scandinavia con il Regno Unito e il Regno Unito con la Francia.
EuroVelo 1, in bicicletta da Capo Nord al Portogallo
I primi 2400 chilometri sono un susseguirsi di paesaggi tipicamente nordici, che spaziano dai boschi innevati dove non si incrocia anima viva, ai pittoreschi villaggi di pescatori delle isole Lofoten, connesse tra loro da una serie di tunnel e ponti stradali. Il must sono ovviamente i caratteristici fiordi norvegesi, ma è prevista anche una sosta a Trondheim, l’antica capitale con le sue casette in legno. Arrivati a Bergen si mette poi la bici nella stiva e si naviga per circa trenta ore in direzione Aberdeen, sulla costa nordorientale della Scozia.
Cornovaglia, Regno Unito
Credits: Flickr/Sludge G
Da qui, procedendo verso sud il clima si fa più mite, anche se la pioggia diventa praticamente un compagno di viaggio fisso. Si taglia inizialmente attraverso le poetiche brughiere scozzesi (800 chilometri, puntellati da splendidi castelli), e poi si procede zig-zag per l’Irlanda (1300 chilometri), sulle piste che accarezzano le scogliere di Moher, a picco sull’Oceano Atlantico. Il loop Gran Bretagna-Eire-Gran Bretagna prevede due stacchi con il traghetto di media durata (2-3 ore), dal porto di Cairnryan (Scozia) verso l’Ulster e da Rosslare (Irlanda) fino al territorio gallese.
Dal Galles al Portogallo in bici
Dal Galles fino al confine spagnolo (circa 1400 chilometri, compreso il tratto di Manica da Plymouth a Roscoffd con il ferryboat), il circuito offre una lista smisurata di attrattive. Giusto per dare un’idea di quanto sia ricco il menù, ne citiamo qualcuna a campione: i minuscoli borghi in cui si parla ancora l’antico dialetto gaelico, le rigogliose campagne della Cornovaglia, le zone rurali della Bretagna e la duna di Pilat nelle Lande di Guascogna, di fronte alla punta del Cap Ferret. Per testare quadricipiti e polpacci, a cavallo tra Francia e Spagna troviamo anche una miniscalata dei Pirenei: si tratta probabilmente della parte più impegnativa del percorso, 20 chilometri di strada con pendenza media 3,1% (massima 6,3%).
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Spoiler: ne mandiamo poche, ma buone!
Nella penisola iberica il profumo di salsedine si fa tenue: l’assolato entroterra spagnolo, con le sue pianure sconfinate a forte rischio disidratazione, accompagna i ciclisti per un migliaio di chilometri, conducendoli di pedalata in pedalata verso il confine del Portogallo, dove fa di nuovo capolino l’Oceano. Da qui, dopo meno di 200 chilometri, si raggiunge l’altra estremità dell’Eurovelo 1: il traguardo è fissato a Capo di San Vincente, quello che una volta era conosciuto come “la fine del mondo”, a un tiro di schioppo dalla cittadina di Sagres.
Capo di San Vincenzo, Portogallo
Credits: Flickr/Jiuguang Wang
L’offerta non racchiude solo scenari da ‘into the wild’. Lungo gli 8mila chilometri dell’Atlantic Cost si incontrano diversi centri urbani ricchi di storia, tra cui vale la pena citare Bergen (Norvegia), Glasgow (Scozia), Cork (Irlanda), Nantes (Francia) e Salamanca (Spagna).
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Credits: Flickr/Maria Artigas
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