Il popolo tibetano riesce ad adattarsi e a sopravvivere senza problemi ad alta quota grazie a un patrimonio genetico tutto suo. Secondo lo studio della Università del Texas, i tibetani avrebbero ereditato varianti di cinque diversi geni che permettono loro di vivere ai piedi delle vette himalayane. E una curiosità è che uno di questi geni proviene da una sottospecie umana estinta, quella dei Denisovani.
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Popolazione di superman
Per le loro capacità di adattamento e sopportazione di condizioni estreme, i Tibetani sono considerati alla stregua di supereroi dal punto di vista fisico e la scienza da tempo si interroga sul mistero della loro natura. Recentemente un altro studio aveva cercato di fare luce sulla capacità dei Tibetani di sopportare la mancanza di ossigeno e il freddo, individuando un gene responsabile della saturazione dell’ossigeno nell’emoglobina e scoprendo che la crescita dei bambini tibetani sarebbe più rapida rispetto a quelle di altre popolazioni asiatiche.
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Lo studio
La ricerca, che ha indagato i segreti della capacità di adattamento dei Tibetani a quote in cui nessuna altra popolazione mondiale resisterebbe, ha prodotto risultati che possono costituire una ricca risorsa utile per futuri studi genetici. Il paper, pubblicato sulla rivista scientifica PLOS Genetics, spiega che gli abitanti del Tibet sono sopravvissuti per migliaia di anni ad altitudini così elevate e in un altopiano così arido a causa della loro incredibile capacità naturale di sopportare bassi livelli di ossigeno, freddo estremo, esposizione ai raggi ultravioletti della luce e di trarre energia da fonti di cibo piuttosto limitate e ipocaloriche. Per arrivare a questa conclusione i ricercatori hanno sequenziato tutti i genomi di 27 tibetani, cercando di individuare quali fossero i geni capaci di portare vantaggi in una situazione come quella in cui vivono.
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I geni e la vitamina D
Ecco quindi che è emerso che esistono due geni chiave che li aiutano, EPAS1 e EGLN1, che sono coinvolti nell’adattamento alle alte quote. E che alla sopportazione delle condizioni estreme contribuiscono anche altri due geni correlati a bassi livelli di ossigeno, PTGIS e KCTD12. Ma come fanno i nomadi tibetani a sopperire alla loro tipica carenza di vitamina D? Grazie a una variante di VDR, che svolge un ruolo nel metabolismo della vitamina D e può contribuire a compensare questa mancanza.
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I Denisovani
Gli scienziati americani hanno poi scoperto che la variante tibetana del gene EPAS1 ha una origine curiosa: proviene dall’arcaico popolo dei Denisovani, una sottoppolazione di ominidi (l’ Homo di Denisova popolava la zona dei Monti Altaj, in Mongolia fra 70 e 40 mila anni fa) che ha trasmesso questo elemento genico ai Tibetani dopo la divisione fra questi e i Cinesi Han avvenuta circa 50 mila anni fa. Tatum Simonson, che ha lavorato alo studio, spiega: “L’analisi completa dei dati delle sequenze del genoma dai tibetani fornisce preziosi approfondimenti sui fattori genetici che determinano la storia unica e la fisiologia adattativa ad alta quota di questa popolazione, e ci aiuta nell’analisi di altre popolazioni permanenti ad alta quota”. Infatti l’adattamento alla vita in montagna, nonostante le sollecitazioni siano simili in ogni popolazione (ipossia, malattie cardiopolmonari, apnea del sonno), generano una vasta gamma di risposte fisiologiche uniche.
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