Andare a castagne in Emilia Romagna, la sesta regione in Italia per estensione di castagneti, è un ottimo modo per godersi i colori del foliage autunnale e la quiete dei boschi. Questo territorio è caratterizzato da 13 varietà diverse di castagno. Come in Lombardia e in Piemonte, anche in Emilia Romagna (soprattutto nell’Emilia centrale) chi ama le castagne e i marroni può trovare itinerari fantastici e frutti di altissima qualità da arrostire sul fuoco o utilizzare per deliziose ricette.
Un esempio è il Marrone IGP di Castel del Rio: uno dei più gustosi, morbidi e pregiati d’Italia. Anche qui vale la solita regola: non sempre è consentito raccogliere le castagne in Emilia Romagna (molti castagneti sono privati), quindi prima di mettervi all’opera contattate le organizzazioni turistiche o gli enti locali.
A castagne in Emilia Romagna: dove trovarle e raccoglierle
1. Provincia di Bologna
Abbiamo menzionato in precedenza il Marrone IGP di Castel del Rio, e allora partiamo proprio dalla provincia di Bologna (vanta il 35% dei castagneti di tutta la regione). Il Marrone di Castel Rio si può assaggiare tra i comuni di Castel del Rio, Fontanelice, Casal Fiumanese e Borgo Tassignano. Questa zona, situata a circa mezz’ora da Imola, è piena di boschi facili da raggiungere (e con itinerari segnalati) in cui è possibile trovare questo marrone che vanta l’Indicazione Geografica Protetta: cresce in piccole quantità e soltanto in questo territorio.
In provincia di Bologna si raccoglie anche il Marrone Biondo dell’Appennino bolognese, che purtroppo negli ultimi anni è sempre più difficile da scovare: i cambiamenti climatici e la mancanza di politiche mirate stanno minacciando la castanicoltura della zona dell’Appennino.
2. Provincia di Modena
Parlando di castagne in Emilia-Romagna, la provincia di Modena è sotto certi versi la migliore per trovarle ed eventualmente raccoglierle. Partiamo dal borgo di Pavullo del Frignano, il cui territorio (di interesse archeologico) è caratterizzato da boschi molto vasti dove addentrarsi alla ricerca del buonissimo Marrone di Pavullo, perfetto per cucinare il marron glacé. Nell’Antico Frignano fa tappa la Strada Europea del Castagno, che parte dalla Turchia e arriva fino al Portogallo.
Il tratto emiliano di questa lunghissima via attraversa l’Appennino tra Modena e Bologna e si snoda, appunto, sulle principali strade dell’Antico Frignano. I castagneti storici, con castagni secolari, si trovano a Castelluccio di Montese, Fellicarolo (Fanano), Fontanaluccia (Frassinoro), Magrignana (Montecreto), Montombraro (Zucca) e Monzone (Pavullo). Inoltre a Lame, frazione del comune di Zocca, c’è il Marrone di Zocca, contraddistinto da una colorazione rossastra e da una forma ellittica. In questo piccolo paesino ha aperto anche un museo del castagno che potrebbe interessare a chi fa tappa nei boschi della zona.
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3. Provincia di Reggio Emilia
Nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, a un’ora da Reggio Emilia, c’è un tratto della Via Matildica, un itinerario di 285 chilometri che attraversa in 11 tappe (con 3 varianti) il territorio di 3 regioni italiane (Lombardia, Emilia Romagna, Toscana). I sentieri, perfetti per andare a castagne, sono correttamente segnalati e mappati. A Carpineti c’è uno dei castagneti più frequentati del territorio, così come a Marola (frazione di Carpineti): una zona circondata da meravigliosi alberi di castagne pronti a dare il loro meglio nella stagione autunnale.
Gli amanti della fotografia devono per forza fermarsi nel borgo di Toano, dove si trova l’omonimo castagno alto 10 metri e con un diametro di 182 centimetri. Si tratta di una sorta di monumento storico, in quanto i partigiani si nascondevano sempre nel fusto di questo castagno per non farsi trovare dalle truppe nazifasciste. Da prendere in considerazione anche Ventasso: qui l’attività della raccolta della castagna è una sorta di rituale, tant’è che alcune strutture alberghiere organizzano delle escursioni guidate lungo i sentieri dove è più facile trovare i caratteristici frutti autunnali.
4. Provincia di Parma
L’appennino parmense vanta diversi parchi e boschi dove poter raccogliere le castagne. Un percorso che vi consigliamo è il Sentiero dei Castagni, un itinerario di 12 chilometri con poco dislivello (300 metri) da completare in un paio d’ore. Per raggiungerlo bisogna arrivare in auto a Grifola, poi si imbocca la strada comunale fino all’abitato dei Vighini.
Il sentiero inizia tra i Carlinetti e i Vighini, dopo aver lasciato la comunale per una stradina che entra nel bosco. Durante la camminata si incontrano numerosi castagni e una varietà di paesaggi che vi lascerà a bocca aperta. Ad esempio, a un certo punto, vi troverete di fianco al pittoresco laghetto di Pian del Lago.
Dal lago il sentiero segnalato torna verso la Comunalia fino a toccare il punto settentrionale del Prato di Orsaresso: da qui si prosegue per tornare nei pressi del luogo di partenza. In provincia di Parma si può andare a castagne anche nella Val di Taro, famosa non solo per i marroni ma anche per gli ottimi funghi porcini del sottobosco.
5. Provincia di Piacenza
A Vezzolacca, frazione di Vernasca sull’appennino piacentino, ci sono dei sentieri che si arrampicano verso punti più alti della montagna. All’inizio di questi percorsi, a circa 700 metri fino alle vette (900-950 metri), dominano diversi castagneti che resistono grazie alla popolazione locale che li tiene puliti e se ne prende cura. Qui è possibile gustare la Castagna di Vezzolacca, amatissima in tutta la regione. Nella zona di Piacenza la castagna è un prodotto molto importante, e che soprattutto in passato ha rivestito un ruolo chiave nell’economia locale. Altre zone di castagne sono Tollara e tutta la Val d’Arda.
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6. Provincia di Ferrara
Poco distante da Ferrara, superata la frazione di San Martino, potete avvistare facilmente alberi di castagno dove andare alla ricerca di qualche frutto. Per il resto, però, questo territorio dell’Emilia-Romagna non pare particolarmente adatto per la raccolta di castagne.
7. Provincia di Rimini
Nell’entroterra riminese quasi tutti i castagneti sono privati, dunque non è facile raccogliere le castagne in libertà. Voi, nel dubbio, chiedete sempre prima agli enti turistici della provincia: qualche eccezione c’è sempre. I castagneti di questa zona sono a dir poco pittoreschi e vale la pena visitarli indipendentemente dalla raccolta dei frutti.
Da ottobre in poi, ad esempio, aprono i castagneti dell’alta Valmarecchia e Valconca, e il più conosciuto è il Castagneto Monte Pincio. Quest’ultimo si raggiunge andando a Novafeltria e proseguendo per Sant’Agata Feltria: da qui si giunge a Cà Francescone e si devono seguire le indicazioni sulla destra. Prima dell’ingresso incontrerete un addetto che vi darà informazioni su quando e come raccogliere le castagne.
A Montefiore, sul Monte Faggeto, c’è uno dei boschi più importanti della provincia: lì trovare le castagne è davvero un gioco da ragazzi. Altri enormi boschi ricchi di castagni si incontrano sul Monte Pincio a Talamello, a Monte Ercole e Monte Benedetto.
8. Provincia di Ravenna
Il castagno è un padrone di casa rispettatissimo nella zona del medio e alto appennino faentino. Alcune collettività, addirittura, in passato hanno unito le forze per far riconoscere l’IGP al marrone di Casola Valsenio e di Brisighella, due luoghi ricchi di boschi dove addentrarsi alla ricerca dei più famosi frutti autunnali. E in generale, per chi abita a Faenza, basta andare un po’ su in collina per fare delle belle passeggiate all’ombra di imponenti alberi di castagno. Un’altra zona ricca di castagni è quella attorno al comune di Casola Valsenio.
9. Provincia di Forlì-Cesena
La Valle del Bidente, che tocca i comuni di Meldola, Civitella, Galeata e Santa Sofia, è conosciuta anche grazie ai suoi boschi di castagno. Qui sono presenti diversi trekking segnalati che in autunno si popolano di appassionati della raccolta delle castagne. In questa provincia c’è anche una parte del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, dove ci sono degli affascinanti castagneti da visitare (è raro che qui si possa raccogliere, essendo zona protetta).
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