Come fanno gli animali a parlare fra di loro? I segreti del linguaggio invisibile a noi umani

Il camaleonte può diventare grigio quando è sotto stress o ha paura, un segno visibile di disagio o minaccia. Il blu indica calma e serenità e, al contrario, il rosso esprime rabbia o aggressività, un chiaro segnale di una potenziale minaccia.

Gli animali comunicano con modalità estremamente varie che vanno oltre i semplici suoni, difatti possono scambiarsi informazioni attraverso odori, colori, movimenti e vibrazioni, adattando i loro “linguaggi” alle necessità ecologiche e sociali. Ogni volta che noi percepiamo del silenzio, in realtà probabilmente si sta svolgendo un dialogo invisibile: per segnalare un pericolo, per la ricerca di cibo, per la difesa del territorio o anche per rafforzare legami e corteggiare. Esiste infatti un mondo nascosto, ricco di segreti, che ci permette di indagare le storie e i meccanismi straordinari dietro queste comunicazioni uniche e misteriose.
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Il linguaggio invisibile degli animali

La comunicazione tramite ultrasuoni è un fenomeno affascinante che permette ad alcuni animali di scambiarsi informazioni al di là della portata dell’udito umano. Gli ultrasuoni infatti consentono di trasmettere messaggi in ambienti affollati o bui, dove i suoni normali sarebbero meno efficaci. Grazie a questa capacità, gli animali riescono a navigare, localizzare prede e mantenere contatti con i propri simili in modo incredibilmente preciso e sofisticato.

 

La speciale ecolocalizzazione dei delfini

I cetacei, privi di corde vocali, hanno sviluppato un sistema straordinario per comunicare e percepire il mondo che li circonda: gli ultrasuoni. Questi suoni ad alta frequenza vengono generati dalla contrazione dei muscoli della laringe, che comprimendo l’aria, creano vibrazioni. Le onde sonore prodotte sono poi amplificate nella zona frontale del capo, chiamata “melone”, una sacca ricca di grasso che agisce da megafono naturale, permettendo al suono di uscire dalla punta del muso. Queste frequenze poi, rimbalzando sugli oggetti, vengono captate dalle orecchie e analizzate dal cervello, in grado di trasformare le onde sonore in informazioni visive, creando in questo modo una “mappa” dettagliata dell’ambiente.

Questo sofisticato sistema, noto come biosonar, non solo consente ai cetacei e in particolare ai delfini di comunicare tra loro, ma anche di “vedere” l’ambiente circostante e di individuare oggetti, perfino una pallina di 2 centimetri, a una distanza di ben 75 metri. Ma c’è di più: ogni animale sembra sviluppare una forma di linguaggio personale, adattata alle dinamiche del proprio gruppo sociale, rendendo così la comunicazione incredibilmente complessa e particolare.

Ma anche l’uomo può usare l’ecolocalizzazione? Secondo Lore Thaler, professoressa del dipartimento di psicologia dell’Università di Durham, è possibile. In particolare questa abilità, come affermano i suoi studi può essere appresa da persone non vedenti, diventando così un nuovo strumento per orientarsi, attraverso l’eco prodotto da diversi suoni come: schiocchi delle dita, click emessi dalla bocca, fischi o colpi di bastone. Dunque questa alternativa agli ultrasuoni, può diventare una nuova opportunità efficace e fondamentale anche per l’essere umano.

 

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Comunicare tramite l’olfatto

La comunicazione tramite feromoni è un metodo particolare e primitivo che molte specie di animali utilizzano per scambiarsi informazioni essenziali, attraverso sostanze chimiche, in grado di trasmettere messaggi legati a territorio, riproduzione, pericolo o gerarchia sociale. Sebbene siano invisibili agli occhi umani, questi segnali giocano un ruolo cruciale nelle interazioni sociali di molte specie, come insetti, mammiferi e rettili, influenzando comportamenti e decisioni fondamentali.

 

Come funzionano i feromoni nei gatti

I feromoni sono vere e proprie “parole chimiche” che i gatti, e non solo, utilizzano per comunicare tra loro. Queste sostanze, rilasciate da ghiandole situate su mento, guance, labbra e persino sulle zampe, si diffondono nell’ambiente per inviare messaggi invisibili ma potentissimi ai loro simili. Il nostro amico a quattro zampe percepisce questi segnali con un gesto curioso: ritraendo il labbro superiore e muovendo la lingua, un comportamento che serve ad “annusare” e analizzare queste informazioni chimiche.

Ma cosa comunica un gatto con i suoi feromoni? La risposta varia a seconda del contesto. Ad esempio, i feromoni presenti nelle urine non lasciano dubbi: parlano di rivalità, di gerarchie e, naturalmente, di disponibilità per l’accoppiamento. Quando un gatto strofina la testa contro oggetti o persone, invece, sta rilasciando feromoni che esprimono felicità, affetto e rilassamento, quindi segnali di benessere e legame. E non è finita qui: le mamme gatte, attraverso il latte, trasferiscono feromoni che rafforzano il legame con i loro cuccioli, trasmettendo loro calma e sicurezza. Così, in un silenzioso scambio chimico, i gatti stabiliscono connessioni profonde e complesse, che vanno ben oltre il semplice miagolio.

Il colore come linguaggio

La comunicazione attraverso i colori è uno degli strumenti più interessanti e visibili nel regno animale. Molte specie utilizzano cambiamenti cromatici per inviare innumerevoli messaggi con diverse funzioni: attrarre il partner, avvertire dei pericoli, difendere il territorio o camuffarsi dai predatori. I colori, dunque, non sono solo una caratteristica estetica, ma un linguaggio visivo sofisticato, capace di influenzare la sopravvivenza e le interazioni sociali.

Perché il camaleonte cambia colore?

Molti pensano che lo facciano esclusivamente per mimetizzarsi con l’ambiente circostante, ma questa è solo una parte della loro straordinaria capacità cromatica. In realtà, questo è un meccanismo complesso che comunica diverse emozioni e stati fisici e che avviene proprio grazie al movimento della melanina, un pigmento scuro che migra dagli strati più profondi della pelle a quelli superficiali, creando una colorazione più scura.

Ma quali sono gli spettacolari colori del camaleonte? Può diventare grigio quando è sotto stress o ha paura, un segno visibile di disagio o minaccia. Il blu indica calma e serenità e, al contrario, il rosso esprime rabbia o aggressività, un chiaro segnale di una potenziale minaccia. Invece, il manto molto lucido mostra disponibilità all’accoppiamento: un colore che attrae la femmina, mostrando il camaleonte in uno stato di tranquillità e benessere. Quindi, dietro ogni cambiamento cromatico si cela un messaggio ben preciso, che va ben oltre il semplice camuffamento e che ci racconta storie di emozioni, più complesse di quello che potremmo immaginare.

Il timbro di voce degli animali

Alcuni animali, proprio come gli esseri umani, sono in grado di riconoscersi attraverso il timbro vocale, un fenomeno che avviene grazie alle caratteristiche uniche delle loro vocalizzazioni. Ogni specie, e spesso ogni individuo all’interno di essa, ha un suono distintivo che dipende dalla struttura del suo apparato fonatorio, permettendo loro di identificarsi, comunicare e interagire socialmente in modo preciso.

Come si riconoscono i pinguini

Un affascinante studio (https://royalsocietypublishing.org/doi/10.1098/rspb.2023.1029) condotto dai professori Livio Favaro e Anna Zanoli dell’Università di Torino ha rivelato un sorprendente segreto dei pinguini africani (Spheniscus demersus): questi uccelli marini, proprio come gli esseri umani, utilizzano il timbro della loro voce per riconoscersi a vicenda. Questi animali, infatti, hanno sviluppato una sofisticata forma di comunicazione vocale che consente loro di distinguere i diversi individui all’interno della stessa colonia. In particolare, i richiami e i canti riproduttivi di ciascun pinguino variano in modo significativo, permettendo agli esemplari di riconoscere non solo i propri partner, ma anche i “vicini di nido”, facilitando interazioni sociali complesse in un ambiente molto rumoroso.

Il segreto si nasconde nell’organo vocale dei pinguini, la siringe: un apparato altamente specializzato che consente la produzione di suoni complessi grazie alla vibrazione di membrane sottili, quando l’aria le attraversa. Questi suoni primari vengono poi modificati dalle cavità anatomiche del tratto vocale, come la trachea e la bocca, che agiscono come “modulatori” delle frequenze, creando un timbro unico per ogni individuo, simile a come le cavità nasali e orali di un essere umano influenzano il timbro della voce.
Foto Pexels

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