Con questi occhiali l’erba è proprio verde (e il cielo è proprio azzurro)

Modello Nomad

Basta andare in qualsiasi negozio di ottica e fare la prova: lenti da sole di diverso colore filtrano la luce in modi diversi, e così uno stesso colore cambia tonalità, profondità e sfumature in base ai diversi modelli di lenti, perdendo inevitabilmente la sua essenza più vera.

Questo, ci hanno spiegato quelli di Smith Optics, è dovuto al fatto che quando la luce passa attraverso una lente tradizionale si interseca in due punti, e poi tocca al cervello rimettere insieme il rosso, il verde e il blu (che sono i colori primari, o additivi, della luce, quelli cioè che sovrapposti danno origine alla luce bianca) e decifrare il vero colore di ciò che stiamo vedendo. E il nostro cervello – senza offesa – non sempre ci azzecca.

Ora Smith Optics ha inventato una nuova tecnologia, che si chiama ChromaPop, è basata sull’assenza di pellicola e ottimizza la percezione dei colori, facendoli riconoscere al cervello più velocemente e aumentando la chiarezza visiva.

Noi l’abbiamo provata sul modello Lowdown con lenti marroni: non sono occhiali tecnici, anzi sono proprio occhiali sport-life, da indossare tutti i giorni, ma si adattano perfettamente anche a un uso outdoor, per esempio durante escursioni che non richiedono attrezzatura tecnica specifica ed evoluta.

Cos’hanno di particolare queste lenti? Intanto una nuova polarizzazione senza pellicola, così non ci sono residui di colla o aloni. Poi sono leggere, ultraleggere: secondo le specifiche tecniche, 10% più leggere del policarbonato, 15% più del CR-39, 75% più del vetro. Sono ovviamente anti-graffio e resistenti agli urti, anti-riflesso con il rivestimento A/R applicato a vuoto sul retro, e trattate con un rivestimento idro e oleorepellente contro umidità, grasso e sporcizia. E infine hanno pure una tecnologia fotocromatica aggiuntiva chiamata Polarchromic per adattare automaticamente il colore delle lenti al mutare delle condizioni di luce.

Ma insomma, quello che davvero incuriosisce e interessa è la questione del verde che è proprio verde. Funziona? Be’, sì. Ora, dentro la confezione di vendita c’è anche un mini prato di erba sintetica, per stupire un po’, ma noi non ci siamo fidati e siamo andati in giro, sia nei giorni uggiosi di pioggia che nel primo giorno di sole che ha pulito il cielo. Abbiamo gironzolato con un mazzetto di occhiali da sole in mano e abbiamo fatto un po’ di prove, guardando le foglie, i tronchi degli alberi, il cielo, le nuvole e pure l’acqua di un ruscello che scorreva nel sottobosco: la differenza c’è e si vede.

Non è tanto l’intensità del colore a colpire (che pure c’è), è proprio la definizione delle sfumature, come se ci fossero dei pixel in più nei passaggi da un tono all’altro, dal colore in ombra a quello al sole della stessa foglia, dall’interno all’esterno della stessa ruga di una corteccia, e insomma, alla fine, le giornate di sole sono ancora più belle.

 

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