Foto: il fascino inquietante dell’Aral, il lago fantasma

Credits: Mark Pitcher

Un tempo era il quarto lago più grande del pianeta e ora non se ne ha quasi più traccia: il lago d’Aral, uno specchio d’acqua salato al confine fra l’Uzbekistan e il Kazakistan, sta scomparendo. A dimostrarlo sono le ultime foto satellitari diffuse dalla Nasa, che dimostrano come fra il 2000 e il 2014 il deserto stia sempre più mangiando porzioni del suo bacino.

Questo ritiro progressivo è in realtà iniziato in epoca sovietica, quando l’acqua dei suoi affluenti venne deviata per irrigare i campi di cotone. Insieme alla scarsità delle piogge l’evento decretò già 50 anni fa la graduale estinzione del lago, che secondo gli esperti avverrà in modo definitivo entro il 2020.

Attualmente, il lago è ormai ridotto al 10% della sua estensione originaria, frazionato in specchi d’acqua privi di alimentazione: non si contano più le specie animali estinte, così come le città abbandonate a causa dell’annientamento di settori produttivi (come la pesca).

L’immagine più suggestiva per descrivere questo disastro ambientale e umano è forse l’emergere dalle acque dei resti di un passato lontano: vecchi mercantili corrosi dal sale, attrezzature portuali in decadenza, città fantasma spazzate dalle tempeste di sabbia. Ciò che resta di quello che fu uno dei laghi più estesi del mondo.

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