Gli itinerari in bici a Cremona e dintorni sulle ciclovie, con TerraFiume

Pizzighettone - Le casematte

Pochi giorni fa io e Lucia siamo stati invitati al festival TerraFiume: quattro weekend di pedalate e buon cibo per vivere e scoprire la campagna e i fiumi della pianura cremonese.
Guarda la gallery sui luoghi più emozionanti dei percorsi.

Gli itinerari in bici più belli a Cremona e dintorni, con TerraFiume

Il festival – ideato e organizzato dalle Ortofficine Creative APS – nasce per far conoscere e per valorizzare la fitta rete di ciclovie che unisce gran parte dei comuni del cremonese: sono coinvolti 40 comuni della provincia, collegati tra loro da oltre mille chilometri di percorsi pedalabili. La collaborazione ed il sostegno di Confcommercio provincia di Cremona e della Federazione Ciclistica Italiana hanno consentito di mappare, coordinare e manutenere una trentina di percorsi raccolti nell’app gratuita SellaGo e promossi attraverso il festival, coinvolgendo associazioni ed imprese del territorio.

Noi abbiamo scelto di recarci a Pizzighettone (CR) e pedalare lungo “Le vie dell’Adda”, un tracciato ad anello alla scoperta del grande fiume e delle tradizioni locali. La giornata ha riservato più di una lieta sorpresa, non solo in sella: vediamo come è andata!

Parte prima: in bicicletta

L’aria è frizzantina, l’autunno è ormai arrivato: gli organizzatori, insieme alle nostre guide e ai molti compagni di viaggio, ci attendono nella piazza di Pizzighettone, antica città murata. Nei giorni del festival – prenotando in anticipo – è possibile affittare biciclette ed e-bike, e così abbiamo deciso di fare anche noi: rimane giusto il tempo di familiarizzare col mezzo e salutare il sole che fa capolino, tutto è pronto, in sella e si parte.

La traccia si snoda lungo strade secondarie e sentieri di campagna, fondi sterrati ed erbosi in vero spirito gravel. L’organizzazione è eccellente: nei rari attraversamenti di strade asfaltate le guide fermano il traffico e ci consentono di passare in sicurezza. Da Pizzighettone ci spostiamo verso il paese di Regona e infine a San Bassano, dove ad attenderci c’è il sindaco in persona.

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Durante la visita guidata al parco e al giardino medievale il primo cittadino ci ricorda quanto sia importante per le piccole realtà locali questo turismo lento e dolce, che scopre senza fretta le peculiarità del territorio, le dimenticate storie di paese e la gente che qui vive, tra terra e fiumi. Il buffet con frutta e prodotti tipici del luogo conferma ogni parola: ovunque in Italia c’è una sorpresa da scoprire, e scoprirla in bicicletta è ancora più coinvolgente.

Di nuovo in sella verso Formigara, dove ci aspetta la prima sorpresa della giornata: una gita in battello sull’Adda, un gradito fuori programma rispetto alla traccia originale del percorso, modificata proprio in occasione del festival.

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Spoiler: ne mandiamo poche, ma buone!

 

Parte seconda: in battello

Ed eccoci qua, sulle sponde del fiume: carichiamo le bici sulla barca, aspettiamo gli ultimi ciclisti che si sono cimentati in una prova gratuita di kayak – un altro gradito fuori programma della giornata – e siamo pronti a partire. Per il capitano, proprio un capitano con il cappello da capitano, è tutto in regola: si può salpare.

L’Adda, dalle sorgenti valtellinesi fino alla foce di Castelnuovo Bocca d’Adda (LO), plasma il territorio. A volte placido e altre irruento, con i suoi 313 chilometri l’Adda è il fiume più lungo che scorre in un’unica regione (la Lombardia, naturalmente) ed è anche il fiume che unisce me e Lucia, nati e cresciuti sulle sue sponde, stesse acque ma diversi luoghi: Lodi lei, io Brianza.

Il rugginoso relitto di una nave – abbandonato chissà come e chissà quando – attira l’attenzione dei passeggeri, ma la vera attrazione del viaggio è una sorpresa nella sorpresa: tavole imbandite sulle spiagge sabbiose del fiume ci attendono, è tutto pronto per il pranzo.

Due pescatori incuriositi ci guardano divorare famelici i numerosi assaggi preparati con amore – lo dico davvero – dall’osteria La Vecchia Corte. Quattro chiacchiere, un bicchiere di vino ed è nuovamente tempo di salpare: si torna a Pizzighettone.

Parte terza: in città

Conoscevo Pizzighettone per via della celebre sagra dei Fasulìn de l’öc cun le cudeghe, un evento tanto amato da staccare – nel 2023 – diciottomila coperti. Diciottomila.

Grazie a TerraFiume abbiamo approfittato di una visita guidata della città – compresa nel prezzo della giornata – accompagnati da uno dei tanti volontari che da decenni si spendono per mantenere viva la memoria storica e le tradizioni di questi luoghi.

La nostra guida, preparata e ironica, giustamente inizia raccontandoci la storia del borgo: un baluardo murato a difesa del fiume, un luogo in cui pagare dazio, un nodo strategico della pianura padana. Se la storia vi ricorda vagamente il Delta delle Acque di Game of Thrones non siete molto lontani dal vero: stessa epoca, stesse terribili storie di guerra e di conquiste.

La breve esplorazione delle mura prosegue entrando nelle casematte, vero luogo iconico di Pizzighettone: enormi stanze volute dagli austriaci per alloggiare truppe e cavalli, oggi riconvertite in caldi e accoglienti ambienti in cui ospitare sagre e feste di paese.

La visita si conclude con il momento più macabro e affascinante del percorso cittadino: le famigerate carceri, tanto note da diventare una minaccia per tutti i prigionieri d’Italia – “Ti mandiamo a Pizzighettone” – e famose per aver persino ospitato, tra gli altri, un giovane Renato Vallanzasca.

Imperdibile, nella piccola chiesa del carcere, il “crocefisso di spalle”: un affresco che, modificato dai condannati, sembra porgere la schiena ai visitatori, come a dire che in quel luogo persino Dio si disinteressa della sorte dei carcerati, abbandonati al loro destino.
Azzurra è stata l’aria di questa sorprendente giornata, e azzurra – tra terra e fiume – la ricorderemo: ora si fa buio, ora è tempo di tornare a casa, è tempo di riposare.

TerraFiume: i prossimi appuntamenti

19-20 ottobre: “Tra Po, Pievi e Cascine”
Tutte le informazioni su: terrafiume.it
L’app gratuita con le tracce GPX: sellago.it
Fotografie: www.instagram.com/marco__biella

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